Gettoni di presenza e rimborsi, blitz dei carabinieri al Comune di Catanzaro: indagati 29 consiglieri
Truffa aggravata, falsità ideologica, falsità materiale commessa da pubblico ufficiale e uso di atto falso, di queste ipotesi di reato devono rispondere 34 persone, tra cui 29 consiglieri comunali di Catanzaro, in pratica l’intera assise cittadina tranne due consiglieri. Il blitz dei carabinieri a Palazzo De Nobili, sede del Comune di Catanzaro, è scattato questa mattina. I militari hanno notificato avvisi di garanzia per i gettoni di presenza e i rimborsi ottenuti dai consiglieri comunali. Al centro dell’inchiesta le sedute delle commissioni consiliari i cui verbali, in alcuni casi, avrebbero attestato la presenza di consiglieri in realtà assenti. Indagati i consiglieri: Antonio Triffiletti, Francesco Gironda, Rosario Mancuso, Antonio Angotti, Agazio Praticò, Manuela Costanzo, Roberta Gallo, Fabio Talarico, Cristina Rotundo, Gianmichele Bosco, Sergio Costanzo, Libero Notarangelo, Fabio Celia, Andrea Amendola, Antonio Ursino, Enrico Consolante, Giulia Procopi, Rosario Lostumbo, Eugenio Riccio, Demetrio Battaglia, Tommaso Brutto, Francesca Carlotta Celi, Lorenzo Costa, Nicola Fiorita, Filippo Mancuso, Giovanni Merante, Antonio Mirarchi, Giuseppe Pisano e Luigi Levato. I datori di lavoro: Carmelo Coluccio 60 anni nato a Roccella Jonica; Antonio Amendola 61 anni nato a Catanzaro; Elzbieta Musielak 55 anni nata in Polonia residente a Simeri Crichi; Sabrina Scarfone 49 anni nata a Catanzaro e Salvatore La Rosa 50 anni nato a Catanzaro. L’inchiesta coordinata dal pm Pasquale Mandolfino e condotta dalla sezione di pg dei carabinieri guidata dal maggiore Gerardo Lardieri, verte sui presunti illeciti nei rimborsi ottenuti dai consiglieri lavoratori e nei gettoni di presenza per la partecipazione alle commissioni consiliari. Secondo l’accusa 4 consiglieri (Consolante, Sergio Costanzo, Amendola e Brutto) avrebbero ricevuto rimborsi per decine di migliaia di euro grazie ad assunzioni solo formali in alcuni casi in aziende riconducibili a familiari. Sotto inchiesta anche i presidenti delle commissioni consiliari che avrebbero redatto i verbali della riunione attestando falsamente la presenza di consiglieri in realtà assenti. Indagati anche gli altri consiglieri per aver ricevuto gettoni di presenza per là partecipazioni alle sedute delle commissioni. I carabinieri hanno notificato gli avvisi di garanzia con contestuale avviso di conclusione delle indagini. Le 34 persone avranno adesso 20 giorni per chiedere di essere interrogati o per depositare memoria difensiva. Solo dopo la Procura potrà decidere se richiedere il rinvio a giudizio o avanzare richiesta di archiviazione. Sull'inchiesta è intervenuto il presidente del Consiglio, Marco Polimeni, ha rilasciato la seguente dichiarazione: “Ho appreso del provvedimento giudiziario notificato ai colleghi consiglieri e, non conoscendo nel dettaglio i contenuti delle indagini, tengo a precisare il profondo rispetto e la massima fiducia nei confronti degli Organi inquirenti. Allo stesso tempo, non posso che sottolineare la stima che nutro nei confronti dei consiglieri comunali ai quali è stato notificato l’avviso: ho avuto modo di conoscere e apprezzarne l’impegno istituzionale - chi in maggioranza, chi dall’opposizione - di ognuno di loro. Sono certo, avendo piena contezza dello svolgimento delle commissioni consiliari, che gli amministratori coinvolti sapranno chiarire individualmente, nelle sedi opportune, la propria posizione. Essendo un avviso di conclusione indagini quello notificato ai 29 consiglieri, dunque il primo passaggio di un sistema giudiziario assolutamente garantista, mi riservo, in qualità di presidente dell’assemblea, di mettere in atto i più opportuni approfondimenti e confronti con gli stessi consiglieri nell’interesse del Comune che, in questi anni, ha portato avanti progetti e iniziative mirate allo sviluppo della città capoluogo”.