Nel cimitero di via Paglia a Catanzaro non sembra esserci davvero pace per i bambini strappati alla vita troppo presto. Il degrado denunciato da un papà poche settimane fa e soltanto una delle mille facce di una medaglia che rappresenta, nel modo più crudo, l'assenza di rispetto per un luogo sacro e fa ipotizzare risvolti inquietanti. Da qualche giorno c'è chi si accanisce contro le tombe di tanti piccoli angeli. Proprio così perché sono troppi ormai i racconti strazianti di visitatori abituali che portano allo scoperto casi di giochini distrutti, foto rubate e addirittura lapidi danneggiate. Non si sa da chi e perché, ma quei piccoli doni con i quali i bimbi non potranno mai giocare vengono portati via e la questione finisce sul tavolo del sindaco. La richiesta è netta: «Si prendano seri provvedimenti in merito al funzionamento delle telecamere all'interno del cimitero di Catanzaro». Il lavoro dei custodi della Catanzaro servizi, insomma, sembra non bastare per porre un freno a questi comportamenti e per bloccare chi, da qualche giorno, si diverte a rubare o distruggere oggetti posti sulle lapidi dei bambini. Il macabro teatro dei furti è l'ingresso del cimitero vecchio, ma il tempo della tolleranza sembra essere scaduto e il coro di critiche è unanime. «Non è più accettabile una situazione del genere». Sullo sfondo, d'altronde, ci sono carillon rotti, pupazzetti spariti, addirittura fotografie di bimbi defunti rubate, lapidi rotte e tanti episodi che sembrano aver fatto sbarcare anche a Catanzaro la banalità del male. Da qui la rivolta di chi pretende sorveglianza e telecamere funzionanti. E poi i servizi igienici: ecco l'altro neo di un cimitero nel quale chi ha bisogno di una toilette non ha alternativa all'ingresso in obitorio. E se ad averne bisogno è una donna in dolce attesa, vita e morte si scontrano senza filtri. Sullo sfondo le immancabili pieghe della burocrazia e di quella coperta dei fondi sempre troppo corta per poter dare risposte concrete a ogni problema segnalato. Tanti gli intoppi di cui però genitori disperati non vogliono neppure sentir parlare. A loro, che ogni mattina varcano quel cancello soltanto per ritagliarsi qualche minuto di raccoglimento nel nome di quei bimbi strappati alla vita troppo presto, non importa quale sia la strada della soluzione. Il loro cruccio è l'intervento dell'amministrazione comunale per il ripristino di condizioni accettabili affinché i loro piccoli possano davvero riposare in pace. Di certo non stanno fermi a guardare e in quell'angolo di amore che va oltre la vita ci sono genitori che cercano di limitare i danni dell'infiltrazione di acqua piovana, altri che sistemano le lapidi rotte e altri ancora che continuano ad acquistare i giochini che in passato hanno reso felici i loro cuccioli e che oggi rappresentano una sorta di elemento di contatto tra chi resta e chi non c'è più: almeno fino a quando qualcuno, senza scrupoli, non decide di portarli via per rivenderli o addirittura regalarli ad altri bambini che ci giocheranno ignari della provenienza.