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Retata contro la cosca di Piscopio, dopo i trenta arresti arriva il sequestro dei beni

La polizia di Stato, attraverso l’attività del Servizio centrale operativo e delle Squadre mobili di Vibo Valentia, Catanzaro e Bologna, ha eseguito un decreto di sequestro preventivo emesso dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro nei confronti di alcuni esponenti del clan dei «Piscopisani» arrestati, lo scorso 9 aprile, nell’ambito dell’operazione «Rimpiazzo».

Il provvedimento riguarda numerosi beni mobili e immobili, società e imprese individuali nelle province di Vibo Valentia e Bologna, nonchè quote societarie riconducibili a persone indagate, a vario titolo, per i reati di associazione per delinquere di tipo mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione, danneggiamento, favoreggiamento personale, detenzione e porto illegale di armi ed esplosivi, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti e intestazione fittizia di beni, tutti aggravati dal metodo mafioso.

Il valore complessivo dei beni mobili e immobili, imprese e società  sequestrati ammonta a circa due milioni e mezzo di euro. Provvedimento eseguito in esecuzione di un decreto di sequestro preventivo emesso, in via d'urgenza, dalla Dda di Catanzaro a carico dei soggetti già coinvolti nell'operazione "Rimpiazzo".

Al termine di complesse indagini patrimoniali - svolte dagli uomini delle Squadre mobili di Vibo e Catanzaro con il coordinamento dello Sco di Roma - che hanno riguardato tutti i 57 indagati e che hanno consentito di riscontrare l'esistenza di una totale sproporzione tra i redditi dichiarati e i patrimoni effettivamente detenuti, si è proceduto al sequestro beni sia nel Vibonese sia a Bologna.

Sigilli apposti all'intero patrimonio aziendale della "Brogna auto" di Vibo, di proprietà di Giuseppe Brogna, 61 anni, detenuto, nonché a un appartamento e diversi terreni ubicati nel territorio di San Gregorio d'Ipponaper gli inquirenti riconducibili a Stefano Farfaglia, di 36 anni (detenuto). Sequestrate anche le quote societarie della "Ritadele sas" riconducibili a Giovanni Battaglia, 36 anni, anch'egli detenuto e sigilli anche ad alcuni fabbricati e al patrimonio aziendale del panificio "San Pio" di Ionadi riconducibili a Nazzareno fiorillo, di 54 anni (detenuto).

Inoltre posti sotto sequestro diversi appartamenti, tra le province di Vibo e Bologna, intestati a Maria Concetta Immacolata Fortuna, di 61 anni, madre di Rosario Fiorillo (alias Pulcino) elemento di vertice dei Piscopisani.

Infine il decreto ha anche riguardato due locali pubblici, ovvero il "Baretto" sito in piazza San Michele di Piscopio, di proprietà di Nazzareno Galati di 30 anni e il locale "Mamma non vuole" di Vibo Valentia, nonché un appartamento e un'autovettura di proprietà di Benito La Bella, di 31 anni.

I particolari dell'operazione sono stati illustrati dal questore di Vibo Annino Gargano, dalla dotttoressa Cristina Villa dello Sco e dei capi delle Squadre mobili di Catanzario e Vibo, Alfonso Iadevaia e Giorgio Grasso, i quali hanno posto in risalto l'azione sinergica avviata con la Procura distrettuale e il Servizio centrale operativo finalizzato all'aggressione dei patrimoni delle cosche e soprattutto dei Piscopisani il cui obiettivo, oltre all'occupazione del territorio dal punto di vista militare sarebbe stato quello di scalzare i Mancuso di Limbadi anche dal punto di vista economico.

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