“Non possiamo dire se dietro alle rivolte nelle carceri dei giorni passati vi sia stata una regia che, in qualche misura, almeno in una prima fase, ne abbia mosso i fili, né sapremmo, in tal caso, indicarne univocamente le finalità. Certo, noi che conosciamo il carcere, immaginiamo di sì e abbiamo anche qualche sospetto che guarda in direzione di taluna frangia, ma al momento fare qualsiasi tipo di esternazione in tal senso equivarrebbe a fare congetture”. Questa la riflessione di Gennarino De Fazio, per la UILPA Polizia Penitenziaria nazionale in relazione alle sommosse carcerarie dei giorni appena trascorsi. “A rafforzare quelle che, per ora, sono solo le nostre supposizioni – spiega meglio De Fazio – sono sia le modalità, sia la ‘geografia’ del divamparsi delle rivolte, sia ancora il ricorrente e comune assalto alle infermerie. Ma a chiudere il cerchio di quello che, lo ribadiamo, è solo un nostro ragionamento ipotetico, è anche il ritrovamento in molte, se non in tutte, delle carceri interessate dai tumulti di un certo numero di telefoni cellulari e persino di smartphone con i quali, naturalmente, non avrebbero avuto difficoltà a scambiarsi, da un penitenziario all’altro e con l’esterno, qualunque tipo d’informazione. Solo a Bologna e solo oggi pomeriggio, tanto per dare una misura, ne sono stati rinvenuti almeno cinque”. Per il sindacalista “questo deve far comprendere quanto sia importante la prevenzione e dunque come diventi essenziale mettere la Polizia penitenziaria in condizioni di poter operare in congruità di organici e con dotazioni strumentali adeguate nel numero e all’avanguardia nella tecnologia. Lo tengano a mente il Ministro Bonafede e il Governo nell’imminente varo del ‘decretone’ ”.