Se non ci fosse stata l’emergenza sanitaria sarebbe stata grande festa domani ad Acquaro, alla presenza del vescovo monsignor Luigi Renzo, per solennizzare i venticinque anni dall’ordinazione sacerdotale di don Rosario Lamari, da 15 parroco del piccolo centro montano. Un giorno importante per il giovane sacerdote, a cui la comunità di fedeli ed il consiglio pastorale porgono i più affettuosi auguri. Era il 18 marzo 1995 quando, nella diocesi di Vallo della Lucania, in provincia di Salerno, il vescovo pro tempore, monsignor Giuseppe Rocco Favale, consacrava al sacerdozio don Saro, il quale, nei primi anni della sua missione, diresse le parrocchie di Monsoreto, Melicuccà e Limpidi, prima di approdare, il 10 ottobre del 2005, ad Acquaro, dove, per volontà dell’allora vescovo di Mileto, Domenico Tarcisio Cortese, gli fu assegnata la parrocchia di Santa Maria De Latini, che regge ancora umilmente, avendo superato anche periodi difficili, determinati da sterili ed inutili polemiche. Ultima quella del 2018, quando, in occasione del fallito svolgimento dei festeggiamenti civili in onore di San Rocco, causa mancata formazione del comitato organizzatore, don Saro seppe mantenere calma e lucidità, ammutolendo le critiche ed ottenendo l’approvazione della stragrande maggioranza della popolazione. Toccanti le parole d’augurio dei fedeli, che «in questo particolare e difficile periodo, gravido di prove da superare, ringraziano il Signore per il dono dei sacerdoti, esprimendo tutta la loro gratitudine e gioia per il proprio parroco, che celebra il venticinquesimo anniversario di ordinazione sacerdotale. Quindici, come detto, gli anni di guida pastorale ad Acquaro, anni durante i quali «ci hai accompagnato – sottolineano - nel cammino della fede, indicandoci in Gesù la sorgente della grazia che promana nella vita sacramentale». La presenza di don Saro in questi anni non è mancata nei momenti più importanti della comunità, come sottolineano i parrocchiani: «hai benedetto le nostre nozze, accompagnato i nostri figli nel cammino dell’iniziazione cristiana, sei stato vicino agli ammalati e alle persone bisognose. Ti ringraziamo perché sei sempre stato esempio d’ascolto, accoglienza e apertura, cercando di educare la comunità al servizio reciproco ed alla corresponsabilità. Avremmo voluto – puntualizzano – condividere in modo diverso la gioia di questo giorno ma i tempi e l’emergenza non lo hanno permesso. Possa – la chiosa – il tuo “si” al signore al servizio della comunità continuare ancora, portando con se copiosi frutti spirituali». Auguri don Saro, altri cento di questi giorni.