«Un’esperienza unica, indimenticabile». Michelangelo Ciurleo, 63 anni, cardiologo in pensione, sindaco di Botricello, centro della costa ionica catanzarese, in Calabria, è rientrato dopo 21 giorni in servizio all’ospedale di Mirandola, in provincia di Modena. Ciurleo, nello scorso mese di marzo, ha risposto all’appello della Protezione civile per fare fronte all’emergenza coronavirus, e dopo aver rimesso il camice è stato destinato in una struttura sanitaria Covid-19 in Emilia Romagna.
Ora Michelangelo Ciurleo si trova nell’agriturismo di famiglia, in località «Fieri» di Belcastro, a qualche chilometro dal centro di Botricello, per trascorrere il periodo di quarantena. Prima di rientrare è stato sottoposto al tampone, nell’ambulatorio dell’Usl di Modena, risultato negativo. «Tornerò negli uffici comunali il 4 maggio prossimo - afferma - per fugare ogni eventuale dubbio su qualsiasi possibilità di rischio di contagio». Il sindaco-cardiologo è stato salutato dai dirigenti ospedalieri di Mirandola con una lettera di ringraziamento e la proposta di rimanere in Emilia Romagna a lavorare.
«È stato un grande onore ricevere questa proposta - ricorda un commosso Ciurleo - ma la mia età, i miei affetti, i miei impegni come sindaco, non mi consentono di prenderla in considerazione, anche se non nascondo che per un momento ho riflettuto su questa possibilità. È stata comunque la mia esperienza umana e professionale più bella, che porterò per sempre nel mio cuore e nella mia mente». Chiusa questa parentesi, e rimesso a posto il camice da cardiologo, per Ciurleo si avvicina il momento del ritorno nella sua stanza di sindaco.
«Qui in Calabria - sottolinea - per fortuna non abbiamo gli stessi problemi sanitari del Nord, ma sicuramente accusiamo problemi più gravi sul piano economico e sociale. C'è da programmare la fase 2 e la successiva, dobbiamo imparare a convivere con il virus in attesa del vaccino e dobbiamo impedire il collasso del nostro già fragile tessuto economico». Tra le idee del sindaco di Botricello ci sono la realizzazione di un ospedale Covid, come riferimento regionale, e un piano per incentivare il turismo. E, dal 4 maggio prossimo, il suo lavoro come primo cittadino, ripartirà proprio da qui.
«È stata un’esperienza umana e professionale straordinaria - racconta Ciurleo all’Agi - che mi ha segnato profondamente. Ho lavorato in un ospedale dedicato principalmente ai pazienti Covid, in quattro reparti, in piena sintonia con i colleghi modenesi, tutti impegnati senza soste in questa incredibile battaglia. E’ stato davvero toccante vedere pazienti, in alcuni casi anche giovani, in condizioni critiche, senza la possibilità di aver un familiare vicino, chiedere aiuto con gli occhi, dimostrare una grande attaccamento alla vita».
«Dopo 35 anni trascorsi nell’ospedale «Pugliese-Ciaccio» di Catanzaro - racconta ancora il sindaco-cardiologo - sono tornato in reparto in uno scenario totalmente inedito, a contatto con una sofferenza mai vista prima». Per ventuno giorni Ciurleo ha lavorato 7-8 ore al giorno, con i pesanti dispositivi di protezione individuale che rendono difficili anche i semplici movimenti, per poi trascorrere il resto della giornata in albergo, a studiare le varie terapie sul coronavirus ("per esempio da subito ho aumentato le dosi di eparina sui pazienti") e restare in contatto con la famiglia e gli altri amministratori della sua cittadina, in particolare con il sindaco facente funzioni Settimio Mezzotero, per un rapido confronto sui problemi quotidiani che si presentano negli uffici comunali: «Ringrazio tutti i miei amministratori- sottolinea - che non si sono risparmiati, in questo periodo di emergenza, nel portare avanti la gestione amministrativa».
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