Cinghiali dappertutto. La presenza degli ungulati oramai, viene ad essere segnalata in qualsiasi parte dei comuni dell'entroterra della provincia di Catanzaro, nelle zone rurali, ma anche nei centri della fascia costiere del Basso Ionio, dove gli animali stanno occupando spazi e posti lasciati liberi dall'uomo. A parte le problematiche legate al Covid-19 che inibisce la gente ad uscire, si tratta di un fenomeno che sta mettendo in allerta numerosi agricoltori delle Preserre. Anche il Consorzio di “Tutela e valorizzazione della Nocciola di Calabria” che opera principalmente nei territori di Cardinale e Torre di Ruggiero e che associa oltre cinquanta agricoltori attraverso il suo presidente Giuseppe Rotiroti cerca di dare voce al comparto messo in ginocchio per via della distruzione delle coltivazioni e che da un paio di anni a questa parte ha compromesso i raccolti, quindi le produzioni. Ci sono poi i piccoli produttori, quelli che ancora oggi lavorano le terre per fini familiari e che a fine annata restano a bocca asciutta e senza alcun ortaggio raccolto. Argomento affrontato anche dalla Coldiretti Calabria che ha fatto emergere tutti gli effetti negativi di queste invasioni che si moltiplicano, così come cresce il numero di cinghiali sui territori. Il presidente provinciale Fabio Borrello ha messo in evidenzia gli abbattimenti autorizzati. Sono stati 3.500 gli abbattimenti nel periodo di caccia autorizzata tra i periodi di settembre sino a dicembre. In estrema sintesi nemmeno l'uno per cento dei capi presenti. L'area centrale della Calabria, con le province di Catanzaro, Vibo Valentia e Crotone è proprio una delle più colpite da questo fenomeno. L'articolo completo sulla Gazzetta del Sud, edizione di Catanzaro