Ci risiamo. Da tre giorni le strade di Crotone sono martoriate dalla presenza di rifiuti. Dal centro alla periferia lo scenario è quello che ormai periodicamente si è abituati a vedere nella città capoluogo: cassonetti stracolmi di immondizia, con tanto di sacchetti della spazzatura sparsi per terra. Non bastava infatti l'emergenza coronavirus, adesso si è messa di mezzo anche l'ennesima crisi del sistema rifiuti che nella città capoluogo, così come in provincia, è andato in “tilt” in seguito alla limitata attività del termovalorizzatore di Gioia Tauro (Reggio Calabria). Uno “stop”, questo, che ha costretto il polo meccanico-biologico di Ponticelli (di proprietà della Regione ma gestito da Ekrò, consorzio del Gruppo Vrenna) a ridurre drasticamente la capacità di trattamento dei rifiuti. «Akrea - aveva comunicato lunedì la società controllata dal Comune specializzata nella raccolta dei rifiuti urbani - è autorizzata a conferire nell'impianto di selezione di Ponticelli la metà dei rifiuti solidi urbani (rsu) normalmente accettati».
Crotone produce in media settanta tonnellate al giorno di spazzatura, ma in seguito alla frenata dell'impianto di Gioia Tauro (che smaltisce il cosiddetto Css, ovvero il combustibile solido secondario che deriva dalla lavorazione dei rifiuti urbani non pericolosi e speciali non pericolosi) i mezzi dell'Akrea hanno finora conferito nel selezionatore di Ponticelli solo una minima di immondizia. Da qui i cassonetti stracolmi, oltre ai rifiuti gettati a terra.
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