La Dia di Bologna ha sequestrato beni, immobili e società, per un valore di oltre 10 milioni di euro a Francesco Falbo, 55enne di Cutro e domiciliato a Sorbolo, in provincia di Parma. Il provvedimento è stato emesso dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale di Bologna, presieduto da Giuseppe Caruso, su proposta del procuratore capo Giuseppe Amato e del pm Beatrice Ronchi della Dda. Il nome di Falbo è emerso nella maxi inchiesta 'Aemilia', che nel 2015 rivelò gli interessi dei clan calabresi in Emilia-Romagna, come collegamento tra l'organizzazione mafiosa e l'imprenditoria locale. Secondo le indagini, e' risultato coinvolto nel cosiddetto 'affare Sorbolo', operazione di lottizzazione immobiliare con la quale, in base agli accertamenti degli investigatori, veniva reimpiegato il denaro della cosca 'Grande Aracri' di Cutro. Nella cittadina in provincia di Parma un intero quartiere venne posto sotto sequestro, con 13 alloggi confiscati consegnati nel 2018 alla Guardia di Finanza dall'allora ministro dell'Interno Matteo Salvini. Il 55enne, considerato l'ideatore dell'operazione immobiliare e proprietario dei terreni che, passando da agricoli a edificabili, l'avrebbero resa possibile, è stato rinviato a giudizio a Reggio Emilia e deve essere giudicato per reimpiego di capitali illeciti con l'aggravante mafiosa. In base a verifiche patrimoniali e finanziarie, condotte dalla Dia, sarebbe emersa una sproporzione tra i redditi dichiarati dal 65enne e i beni nella sua disponibilità. Le operazioni, condotte in collaborazione con la Dia di Firenze e di Catanzaro e i Carabinieri del Comando provinciale di Parma, hanno portato al sequestro di 23 immobili, tra fabbricati e terreni, in Emilia-Romagna, Lombardia e Calabria, 6 società di capitali, 6 autoveicoli oltre a diversi rapporti bancari.