Matrimoni tra italiani e cinesi a Catanzaro per la cittadinanza: chiuse indagini su 24 persone
Bastava pagare e poi l'organizzazione provvedeva a tutto: trovava il futuro coniuge, una finta residenza, forniva i documenti e istruiva anche i novelli sposi su come rispondere alle domande dei pubblici ufficiali. La Procura della Repubblica ha ricostruito il lucroso business dei matrimoni fittizi tra cittadini italiani e cinesi, che così riuscivano ad avere il permesso di soggiorno. Il sostituto procuratore della Repubblica di Catanzaro Graziella Viscomi ha chiuso le indagini nei confronti di 24 indagati, nell'ambito di un'inchiesta, che a marzo scorso aveva portato la Squadra mobile a notificare un'ordinanza di misura cautelare per sette persone, sgominando un' associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina attraverso l'organizzazione di matrimoni di comodo e la produzione di documentazione falsa. L'avviso di conclusione delle indagini è stato notificato a Adel Mohamed Elzeki; Antonio De Santis (difeso da Vittorio Ranieri); Giovanni De Santis; (Difeso da Vittorio Ranieri) Giuseppe De Santis, (difeso da Vittorio Ranieri) Rita Laface (difesa da Vittorio Ranieri), Janmei Lin (difesa da Tiziano Veltri), Guangros, Shiyang Liu, Giancarlo Longo (difeso da Roberto Scozzafava), Mariagrazia Macario (difesa da Antonio Lomonaco), Rita Maletta (difesa da Antonio Ludovico), Roberto Maletta (difeso da Antonio Ludovico), Vittorio Nicoletta (difeso da Antonio Lomonaco), Celeste Emanuela Oliverio (difesa da Luigi Ciambrone), Lorenzo Pontiero (difeso da Francesco Severino), Emanuela Concetta Scalise (difesa da Giuseppe Menzica), Antonio Silipo (difeso da Gianpiero Mellea), Cesare Votta (difeso Antonio Ludovico), Busheng Wang, Zhenha Wang (difesa da Tiziano Veltri), Yunmei Wei (difesa da Tiziano Veltri), Xiunzhen Xiang, Junwei YU (detta Rosa difesa da Ugo Custo) e Jingag Zhao. Secondo l'accusa al vertice dell'associazione vi sarebbero stati i coniugi Cesare Votta e Rita Maletta che, si legge nell'ordinanza, «si si sono chiaramente ed incontestabilmente attivati per individuare cittadini italiani disposti, dietro compenso, a contrarre finti matrimoni, occupandosi altresì di istruire le parti interessate nel disbrigo delle pratiche burocratiche, nel reperimento di alloggi ed altro». Altra figura centrale nell'inchiesta è Yu Jinwei, detta “Rosa”, che invece «è stata il collante rispetto alla comunità cinese, individuando quei cittadini cinesi bisognosi del permesso di soggiorno». L'articolo completo sulla Gazzetta del Sud, edizione di Catanzaro