Truffa, abuso d’ufficio e false attestazioni. Con queste imputazione la Guardia di finanza ha eseguito un’ordinanza applicativa di misura interdittiva nei confronti di un impiegato amministrativo dell’Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro.
I militari del comando provinciale hanno notificato all’uomo la sospensione dall’esercizio di pubblico ufficio o servizio per la durata di un anno, emessa dal Gip presso il Tribunale del capoluogo, su richiesta della Procura della Repubblica. Il destinatario è un impiegato amministrativo del presidio ospedaliero unico di Lamezia Terme.
Il provvedimento è stato emesso a conclusione di indagini svolte dalle fiamme gialle di Lamezia Terme, nel corso delle quali i finanzieri hanno riscontrato che l’uomo, in servizio all’archivio del presidio ospedaliero unico di Lamezia Terme, si assentava dal lavoro senza nessun giustificato motivo.
In particolare, sono stati eseguiti servizi di osservazione e pedinamento, riscontrando numerose uscite da parte dell’impiegato dalla sua sede d’ufficio per dedicarsi esclusivamente ad attività personali e di natura privata. L’impiegato attestava, mediante vidimazione elettronica eseguita alla postazione marcatempo con il badge personale, che tutte le uscite erano motivate da esigenze di servizio.
In realtà i finanzieri del Gruppo di Lamezia Terme hanno accertato che, nel periodo oggetto di indagine, tutte le uscite certificate dall’indagato «per motivi di servizio» di fatto costituivano false attestazioni: è stato calcolato che, su un totale di 41 giornate lavorative effettive, l’indagato si è fraudolentemente assentato in 34 di queste, mediamente per 5 ore e 40 minuti al giorno, per un ammontare complessivo di 196 ore.
L’impiegato è stato denunciato a piede libero all’autorità giudiziaria per truffa aggravata e false attestazioni o certificazioni, mentre il dirigente, suo diretto superiore, deve rispondere di abuso d’ufficio per aver omesso di sanzionare il dipendente ed avviare le procedure di recupero di quanto indebitamente da quest’ultimo percepito.
L’ordinanza applicativa di misura cautelare è successiva ad un altro provvedimento di sequestro preventivo, nella forma per equivalente, emesso dalla magistratura fino alla concorrenza di circa 12 mila euro, pari all’ingiusto profitto maturato dal dipendente assenteista, eseguito dalle fiamme gialle lametine nello scorso mese di maggio sempre nei confronti del dipendente infedele.
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