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Asp di Vibo, dopo il Covid è tempo di ferie: per le visite si resta in... attesa

Blocco delle assunzioni, commissariamento, tagli alle risorse. É ormai atavica nell'Azienda sanitaria di Vibo la carenza di personale che si ripercuote non solo sulla qualità di erogazione dei servizi, ma anche sui dipendenti, costretti a tour de force per garantire i livelli minimi di prestazione. A partire dal 2009, l'Azienda sanitaria provinciale ha cominciato, infatti, ad avere un decremento di personale che oggi si attesta attorno alle 900 unità circa. Ad incidere pesantemente sulla già grave situazione sanitaria, il blocco del turnover, dovuto al piano di rientro. Spesso a causa di queste e tante altre problematiche i cittadini che, per una visita specialistica attendono per parecchi mesi, si vedono rimandare l'appuntamento a data da destinarsi. Anche i medici possono ammalarsi. Ma con l'estate che avanza e le ferie da organizzare i disagi non potranno che aumentare.

«Il medico è in ferie» si sentono dire gli utenti. Ma capita pure che a causa di disguidi telefonici i pazienti non vengano avvisati dell'assenza dello specialista e quindi si presentino regolarmente nel giorno e nell'orario prefissato senza trovare nessuno. É successo qualche giorno fa a un cittadino, il quale solo quando si è presentato a fare la visita oculistica si è sentito dire che il medico è in ferie. Eppure il direttore del Distretto, Raffaele Bava, assicura che in caso di assenza del personale gli utenti vengano preventivamente avvertiti. «Ormai non si scappa - commenta il dirigente - i tabulati telefonici parlano chiaro. É tutto tracciato! Poi può capitare - aggiunge - che qualche paziente non risponda al telefono». Anche la guardia giurata all'ingresso dei poliambulatori di Moderata durant nel controllare l'elenco degli specialisti presenti, conferma che non ci sono assenti. Ma la gente è stanca di essere sballottata da una parte all'altra e, soprattutto, di vedersi rimandate le visite dopo avere già atteso tanti mesi e in particolare in questa fase, considerato che dopo il lockdown i ritardi si sono già accumulati ad altri ritardi, tanto che le visite in standby sono oltre diecimila. E, dunque, se anche le ferie sono sacrosante è anche un diritto dei cittadini che sia garantito il diritto alla salute e che si trovi una soluzione per evitare di allungare ulteriormente le liste di attesa.

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