Restituzione di tutti i beni mobili e immobili: ritorna così nelle mani dell'imprenditore Giuliano Caruso l'immenso patrimonio quantificato in oltre dieci milioni di euro e sequestrato sei anni fa. Si conclude così la vicenda giudiziaria che vede protagonista l'imprenditore Caruso, accusato e processato per usura, a seguito delle accuse mosse dal collaboratore di giustizia Angelo Torcasio. Nei confronti dell'imprenditore erano stati pronunciati sia dal Gip del Tribunale lametino che dal Tribunale misure di prevenzione di Catanzaro, due decreti di sequestro, con cui l'imprenditore era stato spogliato di tutti suoi beni immobili (numerosi appartamenti e appezzamenti di terreno) e beni mobili (autovetture). Nel maggio del 2018 il Tribunale lametino non solo lo aveva condannato, ma aveva anche disposto la confisca dei beni, tra cui una villa di oltre mille metri quadrati situata sopra Bella, con annessa piazzola di atterraggio per elicotteri. La ragione su cui si fondava il sequestro dei beni risiedeva nel rinvio a giudizio che era stato disposto nei confronti dell'imprenditore per il delitto di usura, che avrebbe commesso ai danni di un suo socio. Celebratosi il processo con le forme del rito abbreviato Caruso è stato condannato a 3 anni di reclusione ed è stata disposta la confisca di tutti beni sequestrati. Stesso provvedimento di confisca è stato pronunciato, nel frattempo, dal Tribunale misure di prevenzione di Catanzaro. Giudicato in secondo grado per il delitto di usura, la Corte di Appello, su richiesta del Procuratore generale, ha assolto Caruso per «insussistenza del fatto», disponendo la restituzione di tutti beni confiscati. La sentenza di assoluzione e di revoca della confisca è ora definitiva. L'articolo completo sulla Gazzetta del Sud, edizione di Catanzaro