Il 28° anniversario della strage di Via D’Amelio, in cui venne ucciso il giudice Paolo Borsellino insieme agli uomini della scorta, a Verzino, è stato celebrato con la messa a dimora dell’ “albero della legalità”. Un albero d’ulivo è stato posto al centro di Piazza Campo, nel cuore del paese. "Una scelta non casuale", ha sottolineato il sindaco, Giuseppe Cozza.
"Si è voluto rimarcare in maniera inequivocabile – ha precisato – l’impegno e il dovere, che sono richiesti ad ogni cittadino che, avrà l’albero sotto i propri occhi, di fare, la propria parte nell’affermare la legalità, nel rifuggire da ogni forma di criminalità e sopraffazione delinquenziale". Per la commemorazione delle vittime di mafia, sono giunti, nel centro dell’entroterra cirotano: Adriana Colacicco e Gerardo Gatti, cofondatori del “Progetto di Vita” che ha ottenuto l’encomio dal Presidente della Repubblica Italiana e quello francese. Con loro, anche i rappresentanti delle forze dell’ordine locali: il maresciallo Domenico Colella, della Stazione carabinieri di Verzino; il dirigente medico della Polizia di Stato, Salvatore Pontieri, il maresciallo della Guardia di Finanza, Marasco, oltre al parroco del paese, Don Pietro.
"E’ stata una serata intensa è piena di emozioni per ribadire che lo Stato è accanto ai cittadini – ha dichiarato Colacino che ha spiegato come - il “Progetto di Vita” si propone di gestire il fenomeno immigrazione garantendo correttezza dei rapporti, reale integrazione e rispetto delle regole, la base del vivere civile in ogni angolo del mondo".
"Abbiamo l’obbligo morale – ha aggiunto Gatti - di non rassegnarci al solo ricordo, ma di essere concreti esempi di continuità e di legalità. L’Albero della Legalità diventa, in questo contesto, una nuova fonte di vita, le cui radici potranno essere alimentate dal terreno fertile della legalità, una nuova vita saldamente radicata nei valori della Giustizia e della Legalità. Grazie alla memoria attiva e concretamente operativa, potremmo essere uniti e far rivivere ogni giorno gli “Ideali e i Valori” di chi ha sacrificato la vita e può essere un invito alla cittadinanza, delle volte omertosa, a ribellarsi al potere della criminalità".
"Tutti insieme – ha aggiunto Colacino - dobbiamo lottare per far prendere coscienza di questo cancro, dobbiamo ripudiarlo e combatterlo e i primi dobbiamo essere noi cittadini accanto alle Istituzioni e alle Forze dell’ordine, perché la lotta alle mafie riguarda ognuno di noi>. Al riguardo, il sindaco Cozza ha manifestato , dopo aver ricordato la necessità di
Caricamento commenti
Commenta la notizia