Catanzaro, Crotone, Vibo

Domenica 28 Aprile 2024

Rapporti cosche-politici a Lamezia, ecco perchè il Gup ha assolto Paladino e Ruberto

Tribunale di Catanzaro

«Il vasto materiale intercettivo esaminato e le dichiarazione dei collaboratori di giustizia (limitatamente alla posizione di Giovanni Paladino), consentono di affermare che, in occasione delle elezioni amministrative comunali del 2015 Giuseppe Paladino e Pasqualino Ruberto abbiano cercato (ed ottenuto) l'appoggio elettorale della cosca “Cerra-Torcasio-Gualtieri”. Il dato appare inconfutabile, per ciò che concerne il giovane consigliere Giuseppe Paladino, nell'interesse del quale il padre Giovanni si preoccupava di “rinnovare” il patto elettorale stabilmente intrattenuto negli anni con gli esponenti della cosca. Tuttavia, a fronte di un accertato e duraturo rapporto di contiguità, risulta carente la prova di una stabile messa a disposizione del professionista e, di riflesso, di un rafforzamento della cosca per effetto di questo contributo, nel ristretto periodo temporale (febbraio 2015/31 maggio 2015) oggetto di contestazione». È uno dei passaggi chiave della sentenza emessa dal Gup di Catanzaro Piero Carè, che ha depositato le motivazioni della decisione di primo grado del processo con rito abbreviato, scaturito dall'operazione “Crisalide” contro la cosca “Cerra-Torcasio-Gualtieri di Lamezia. Sentenza che, il 15 maggio del 2019, portò a 9 assoluzioni e 43 condanne. E tra gli assolti «perché il fatto non sussiste» ci sono anche l'ex candidato a sindaco Pasqualino Ruberto e il dottore Giovanni Paladino (padre di Giuseppe), per i quali il pm aveva chiesto una condanna a 8 anni e 8 mesi. Operazione “Crisalide” richiamata più volte nella relazione che ha poi portato allo scioglimento del consiglio comunale lametino. L'articolo completo sulla Gazzetta del Sud in edicola, edizione di Catanzaro

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