In un tripudio di commozione si è conclusa a Capistrano la festa della Madonna della Montagna che, per la prima volta dopo 261 anni, ha avuto, a causa del Covid-19, funzioni solo religiose che hanno avuto il loro epilogo all'aperto con la celebrazione della solenne messa dedicata alla Vergine, la cui pregiata statua, all'uopo, è stata, assieme all'altare mobile, posizionata in piazza, dove, muniti di mascherine, hanno trovato posto, su sedie predisposte e distanziate, un migliaio circa di devoti. Niente, quindi, processione, mercati, spettacoli e giochi in piazza.
Tradizione e fede legano da secoli residenti ed emigrati che, al termine della celebrazione della Messa, accompagnati dagli strumentisti Martina Bellissimo (organo), Fabiola Bellissimo (violino) e Mario Angeletti (violoncello), hanno cantato, assieme al Coro parrocchiale, la tradizionale litania e il capistranese Inno dedicato alla Vergine della Montagna, assistito allo spettacolo pirotecnico e accompagnato con lunghi applausi la sacra Effige che i volontari riportavano in chiesa, ai piedi dell’altre maggiore.
Il parroco Antonio Calafati (che per distribuire la comunione ha raggiunto i fedeli ai loro posti) nell'omelia, oltre a ricordare la storia della Madonna della Montagna di Capistrano e a ringraziare i numerosi presenti, ha evidenziato come con il periodo epidemico si siano riscoperti dei valori come quelli della famiglia, della fratellanza, della solidarietà sociale.
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