In ordine al calendario venatorio approvato dalla Regione Calabria, il tecnico Atc Nazzareno Teti solleva diverse perplessità. A parere di Teti, infatti, sarebbe necessario un incremento dei giorni di caccia al cinghiale, tanto auspicato ma non previsto nemmeno per la prossima stagione. Ciò si renderebbe necessario per contribuire alla risoluzione della calamità ungulati, che attanaglia non solo l’economia agricola, ma sconfina in pericoli di ordine pubblico.
"I giorni per la caccia al cinghiale -afferma il tecnico - sono pochi, riducendosi altresì considerando le festività, possibili condizioni meteo avverse e altri fattori". Oltre a comportare ingenti perdite per gli agricoltori e problemi di ordine pubblico per le comunità, l’emergenza cinghiali porta anche notevoli rischi idrogeologici. Ma come contenere questa calamità? Teti avanza proposte e considerazioni, soffermandosi proprio sul ruolo della caccia, spiegando la necessità di riunire su un fronte comune cacciatori, ambientalisti e agricoltori, coinvolgendo tutti "tecnicamente, non politicamente".
Inoltre, Teti asserisce la necessità di aumentare i capi da abbattere e di distinguere le zone vocate da quelle non vocate a contenere i cinghiali. "Nei primi mesi di insediamento l’assessore regionale all’Agricoltura ha deliberato l’abbattimento di più capi, ma a mio parere sono ancora pochi vista l’invasione del territorio agricolo ed oggi addirittura urbano. Per arginare questo problema bisogna principalmente dividere gli ambienti in base alla vocazione territoriale, bandendo il cinghiale nei contesti agricoli, rurali ed ambientali e riconoscendolo quale specie di disturbo ambientale, economico e sociale".
Caricamento commenti
Commenta la notizia