Sono tre i Comuni del Vibonese che domenica ritornano alle urne e che escono da commissariamenti per infiltrazioni mafiose. Da qui la decisione del presidente della Commissione parlamentare antimafia, Nicola Morra, annunciata oggi, di rendere presto pubbliche le liste degli amministratori «impresentabili» dei Comuni sciolti per mafia. Sotto la lente d’ingrandimento dell’Antimafia ci sono alcune candidature a Limbadi dove strettissimi congiunti di un candidato a sindaco sono indagati in operazioni antimafia con l’accusa di aver favorito il clan Mancuso, mentre altri stretti congiunti dell’altro candidato a sindaco sono finiti agli atti di una sentenza per incontri con altro boss del clan Mancuso e «personaggi» condannati per associazione mafiosa. Non mancano poi nelle liste, a Limbadi, candidati al Consiglio comunale segnalati dalle forze dell’ordine per rapporti, e controlli in auto, con pregiudicati e soggetti vicini ai clan. A San Gregorio d’Ippona, invece, uno dei candidati a sindaco è stato primo cittadino di un’amministrazione sciolta per infiltrazioni mafiose nel 2007, mentre a Briatico (già sciolto tre volte per mafia) uno dei candidati a sindaco è stato assessore nell’ultima amministrazione sciolta per mafia (2018) e primo cittadino nel 2003 quando anche in questo caso il Comune è stato commissariato per infiltrazioni mafiose. Situazioni «attenzionate» anche nei Comuni di Spilinga e Cessaniti chiamati al voto. In particolare, nella lista «Uniti per Spilinga» uno dei candidati è attualmente imputato nel maxiprocesso «Costa Pulita» in corso a Vibo per reati aggravati dalle finalità mafiose, mentre a Cessaniti uno dei candidati a sindaco è sotto processo per falso. Situazioni diverse, dunque, ma tutte all’attenzione della Commissione parlamentare antimafia.