Pene per un totale di 174 anni di reclusione sono state chieste dal pm della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, Annamaria Frustaci, nei confronti di 14 imputati del clan Soriano di Filandari al termine della requisitoria dinanzi al Tribunale collegiale di Vibo Valentia per il processo nato dall’operazione antimafia denominata «Nemea». Ben 29 anni di carcere sono stati chiesti per Leone Soriano, ritenuto il promotore dell’omonimo clan; 24 anni di reclusione la pena chiesta per il nipote Giuseppe Soriano; 20 anni Graziella Silipigni (madre di Giuseppe); 20 anni Caterina Soriano (sorella di Giuseppe); 4 anni Rosetta Lopreiato, moglie di Leone Soriano; 20 anni Luca Ciconte, marito di Caterina Soriano; 26 anni Francesco Parrotta; 18 anni Giacomo Cichello. Quindi una serie di richieste minori. L’unica assoluzione è stata chiesta per Maria Grazia Soriano. L’operazione «Nemea» è stata condotta «sul campo» dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Vibo Valentia con il coordinamento del pm della Dda di Catanzaro Anna Maria Frustaci. In apertura di udienza, Leone Soriano collegato in videoconferenza si è scagliato verbalmente contro i giudici ed il pm.