Catanzaro, Crotone, Vibo

Venerdì 22 Novembre 2024

"Falsi ricoveri e rimborsi per 10 milioni", bufera sulla clinica Sant'Anna di Catanzaro

Rimborsi dal servizio sanitario regionale per 10 milioni di euro a fronte di mille falsi ricoveri in terapia intensiva: nei guai il direttore generale della clinica Sant'Anna di Catanzaro, il legale rappresentante e l'ex direttore. I finanzieri del Comando provinciale di Catanzaro hanno dato esecuzione a un’ordinanza cautelare emessa dal gip del tribunale di Catanzaro, Gaia Sorrentino, al termine di un’articolata indagine - denominata "Cuore Matto" nei confronti della clinica privata “Villa Sant'Anna”, nota struttura sanitaria e centro di riferimento regionale di alta specialità per il trattamento e la cura delle malattie cardiovascolari. L’indagine è stata avviata all’inizio del 2019 dai militari del nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Catanzaro e, successivamente all’accertamento delle prime ipotesi di reato, è stata affidata ai pubblici ministeri Vito Valerio e Chiara Bonfadini, con il coordinamento del procuratore aggiunto Giancarlo Novelli e la direzione del procuratore della Repubblica, Nicola Gratteri. Il gip ha disposto la misura cautelare personale del divieto temporaneo, per 12 mesi, di esercitare attività professionali o imprenditoriali nei confronti del direttore generale della clinica e del legale rappresentante. I reati contestati sono di truffa aggravata e continuata ai danni del servizio sanitario e frode nelle pubbliche forniture. Disposto anche il sequestro preventivo finalizzato alla confisca delle somme di denaro profitto dei reati contestati, per un importo totale di oltre 10,5 milioni di euro. Oggetto delle investigazioni è stata la gestione del reparto di “unità terapia intensiva coronarica” (utic), ufficialmente operante all’interno della clinica, ma che, in realtà, non è mai entrato in funzione. Sin dal 2013, infatti, la casa di cura era accreditata presso il servizio sanitario regionale alla gestione di posti-letto utic, destinati al trattamento delle patologie cardiache acute, che richiedono monitoraggio continuo e costante dei parametri vitali, in soggetti con gravi scompensi cardiaci in atto. Al termine delle attività, è emerso che il reparto non era mai stato concretamente avviato, risultando privo di attrezzature conformi agli standard del servizio e del personale medico e paramedico adeguatamente preparato e in numero idoneo a garantire un’efficace turnazione e assistenza “h24”. I pazienti cardiologici acuti, pertanto, venivano assistiti e trattati non presso l’inesistente utic, come normalmente sarebbe dovuto accadere, ma nei reparti di “cardiologia” o di “unità terapia intensiva post-operatoria” (utipo), mentre i posti letto ufficialmente destinati al reparto utic ospitavano ricoveri ordinari. Grazie a tale sistema fraudolento, la casa di cura è così riuscita a ottenere tra il 2013 e il 2019 dal servizio sanitario regionale un illecito profitto di oltre 10 milioni di euro. Sul totale di tali somme, il gip del tribunale di Catanzaro ha disposto la misura cautelare reale del sequestro preventivo ai fini della confisca a Rosanna Frontera, 56 anni, legale rappresentante della clinica; Giuseppe Failla, 65 anni, direttore generale della clinica e di Gaetano Muleo, 75 anni, direttore sanitario della clinica Sant'Anna dal 2010 al 2019. I responsabili risultano iscritti nel registro delle persone indagate anche per il reato di “violenza o minaccia per costringere a commettere un reato” in quanto, una volta appreso dell’esistenza dell’indagine in corso da parte della Guardia di finanza, avrebbero minacciato alcuni medici in servizio presso la casa di cura di andare incontro a conseguenze sul piano lavorativo e personale, nel caso in cui non avessero ritrattato le dichiarazioni rilasciate alla polizia giudiziaria circa il mancato funzionamento del reparto utic. Ulteriori approfondimenti sono in corso al fine di valutare il coinvolgimento di ulteriori dipendenti della clinica nonché delle strutture pubbliche, deputate alla gestione e alla verifica dei requisiti organizzativi, strutturali e tecnologici necessari per l’accreditamento delle strutture sanitarie private.

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