L'ex presidente di sezione della Corte d'Appello di Catanzaro Marco Petrini torna a parlare delle vicende corruttive che lo hanno visto protagonista e che hanno portato al suo arresto per corruzione in atti giudiziari a gennaio scorso nell'ambito dell'inchiesta “Genesi” condotta dalla Dda di Salerno. Ieri nell'aula bunker si è tenuto l'incidente probatorio per raccogliere e “cristallizzare” le dichiarazioni del giudice, del medico dell'Asp in pensione Emilio Santoro, detto “Mario” e dell'avvocato Francesco Saraco. Il primo a prendere posto davanti al gip Giovanna Pacifico per essere sottoposto alle domande dei magistrati della Dda di Salerno e del collegio difensivo è stato proprio l'ex presidente di sezione della Corte catanzarese che si trova attualmente agli arresti domiciliari in una struttura religiosa a Decollatura. Un lungo botta e risposta che si è protratto per oltre sei ore durante le quali non sono mancati i momenti di tensione. In sintesi Petrini ha confermato la gran parte del pesante quadro accusatorio che lo ha portato in carcere lo scorso il 15 gennaio. Così come aveva fatto nei primi verbali resi alla Dda campana a gennaio e febbraio, il magistrato ha ripercorso i suoi rapporti con i coindagati, le mazzette ricevute, le piccole ma costanti dazioni di denaro ricevute nei suoi uffici alla Corte d'Appello così come alla Commissione tributaria. L'articolo completo sulla Gazzetta del Sud, edizione Calabria