Lascia il carcere e ritorna in totale libertà Francesco Mancuso, 63 anni, detto «Tabacco», arrestato nel maggio 2019. Avendo riconosciuto la Corte d’Appello di Catanzaro il «continuato» di pene fra le sentenze «Dinasty» e «Genesi» per il reato di associazione mafiosa, grazie alla liberazione anticipata di 90 giorni, Francesco Mancuso (difeso dall’avvocato Francesco Schimio) ha interamente scontato la pena complessiva di 11anni e 4 mesi.
Ritorna così in totale libertà colui che era ritenuto dei principali boss del casato mafioso di Limbadi, a capo di un’autonoma articolazione del clan e fratello dei boss Giuseppe e Diego Mancuso (entrambi detenuti) ma anche di Rosaria Mancuso, attualmente in carcere anche lei e coinvolta nel processo per l’autobomba di Limbadi costato la vita al biologo Matteo Vinci nell’aprile 2018.
Il 9 luglio del 2003, Francesco Mancuso subì un agguato a Spilinga, dove rimase gravemente ferito. Nell’occasione morì Raffaele Fiamingo di Rombiolo, detto «Il Vichingo», ritenuto esponente dell’omonimo clan del Poro e sodale di «Tabacco». Per tali fatti di sangue si trova sotto processo quale mandante Cosmo Michele Mancuso, zio di Francesco Mancuso. (
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