Sulla torre del Castello di Santa Severina, borgo del Crotonese dove lui è nato, è proiettato il nostro tricolore e la scritta “Io sto con Renato Cortese”. Quel castello, sede allora del liceo, dove Cortese ha conseguito la maturità classica nel 1983, prima di diventare un uomo dello Stato, una delle figure più nitide e specchiate della nostra Repubblica. Poi, una sentenza del Tribunale di Perugia ha offuscato questa immagine, dopo due giorni dal suo 56mo compleanno. Una sentenza che ha lasciato attonite e sconvolte centinaia di migliaia di persone in tutta Italia, da Palermo, città adottiva del super poliziotto Cortese, a Reggio Calabria, da Roma a tutta la provincia di Crotone. Tanti gli attestati di solidarietà e vicinanza a Cortese, uomo dello Stato e investigatore straordinario, protagonista della cattura dei super latitanti e boss di mafia siciliani tra i più pericolosi al mondo. Un uomo che ha passato la vita nella Polizia di Stato, un curriculum di tutto rispetto. “Onorabilità e rispettabilità, scrive il presidente della Provincia di Crotone Simone Saporito, lavoro quotidiano costante, ma anche sorriso e comprensione oltre che riconoscenza per il lavoro ed i sacrifici di chi è al servizio degli altri, della comunità, con grandi azioni ma anche con piccoli gesti. Tutto questo descrive il dott. Renato Cortese. In prima linea, senza risparmiarsi, nella lotta contro la criminalità e per la legalità, lo dicono e lo raccontano i fatti: è cronaca di questi anni. Capo della Squadra Mobile di Reggio Calabria, è passato per il Servizio centrale operativo e ha guidato la sezione catturandi della Mobile di Palermo. Con i suoi uomini in Sicilia ha trovato ed arrestato Gaspare Spatuzza, Enzo e Giovanni Brusca, Pietro Aglieri, Benedetto Spera e Salvatore Grigoli, e il padrino di cosa nostra Provenzano, catturato dopo 43 anni di latitanza e dopo 42 giorni e notti di appostamenti e otto anni di indagini. Questo è Renato Cortese. Ebbene oggi da Presidente della Provincia di Crotone mi faccio interprete del sentimento delle nostre comunità, degli uomini e delle donne di questa terra che ha dato i natali al dott.Cortese, e a lui dico grazie per il lavoro fatto, per la dedizione, per essere un uomo dello Stato. E voglio concludere con le sue parole: "Grazie per averci insegnato che si possono fare grandi cose nella vita, ma anche piccole cose con grande, grande amore". Così il giovane presidente Saporito.