I contagi da Covid-19 si allargano a macchia d'olio e gli ospedali calabresi vanno in tilt, mentre la rabbia di commercianti, gestori di bar e ristoranti, imprenditori e artigiani mette nel mirino l'ultimo Dpcm del Governo contestandone i provvedimenti restrittivi. Il virus non sta risparmiando neppure il Vibonese, che viaggia con una media che va oltre i dieci casi al giorno, seminando preoccupazione tra la gente e malumore all'interno dello stesso personale sanitario che, a fronte della professionalità quotidianamente messa in campo, non trova risposte adeguate dalle teste di cuoio che gestiscono la salute collettiva. Nel mirino soprattutto l'effettuazione dei tamponi e gli intollerabili ritardi nel fornirne gli esiti, tanto che proprio nei giorni scorsi si è appreso che circa mille sono “fermi” Catanzaro, in attesa di essere processati. I potenziali contagiati devono prima lottare per essere sottoposti a tampone e devono, poi, vivere per giorni nell'angoscia prima di avere una risposta. Si muovono sicuramente meglio i laboratori privati che in poche ore, a pagamento, riescono a soddisfare ogni esigenza. La situazione appare incomprensibile, mentre è del tutto inaccettabile il fatto che solo a Vibo non ci sia un laboratorio ospedaliero in grado di processare i tamponi effettuati sul territorio. In tutte le province possono farlo, nel Vibonese no. L'edizione integrale dell'articolo è disponibile sull'edizione cartacea della Gazzetta del Sud - edizione di Catanzaro.