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Scuole a Vibo, l'appello dei genitori: "Tornare tra i banchi in sicurezza"

Chiedono il ritorno a scuola dei figli in sicurezza. Sono tante mamme e papà di Vibo che hanno dato vita al Comitato mamme "Torniamo tra i banchi sicuri" e che sono in attesa dell'ordinanza che il sindaco di Vibo proprio oggi dovrebbe emanare e quindi decidere se lasciare le scuole in dad. «Siamo uno dei pochi centri in dad - dicono le mamme - senza avere idea del numero dei contagi».
Una decisione, quella del sindaco, molto attesa. «Se è vero ciò che dicono gli esperti dopo Natale il contagio aumenterà e poi ci sarà una terza ondata, ancora più forte - evidenziano i componenti del Comitato - per cui si rischia di non tornare in presenza per molti mesi. Il virus non si ferma e va combattuto e affrontato con una buona sanità. Le scuole devono essere prima adeguate, bisogna tornare in sicurezza».

A tal riguardo il Comitato mamme ricorda che in Calabria «da marzo ad oggi sono stati spesi 10 milioni di euro per adeguarle e allora ci chiediamo: è possibile che una scuola non si possa permettere di acquistare un termometro e misurare la febbre all'ingresso? Il sindaco - prosegue il Comitato - è responsabile della sanità e noi crediamo debba pretendere dall'Asp controlli nelle scuole, ogni plesso deve avere il responsabile covid e deve interagire con le usca che l'asp deve rendere operative su tutta la provincia. Anche per queste sono arrivati i soldi da parte del Governo, per assumere nuovi medici e infermieri e acquistare i presidi sanitari». Per le mamme insomma «bisogna che ognuno sia responsabile e si attrezzi a combattere il virus e tutte le inefficienze che ha scoperchiato. Responsabili dobbiamo essere in primis noi famiglie che al primo sintomo dobbiamo tenere i nostri figli a casa. E poi sono fondamentali i controlli all’ingresso e all’uscita dalle scuole».

Tralasciando ogni commento sul diritto all'istruzione, i genitori degli alunni vibonesi ribadiscono: «Qui è in gioco il futuro di intere generazioni. Per non parlare di bimbi costretti a casa con genitori disoccupati e altre situazioni di impatto sociale devastante. C’è un dibattito in Italia su tanti temi fondamentali in questo momento, il rischio che il virus stravolga il nostro assetto economico e sociale è altissimo, ma perché non si affronta realmente il problema scuola? Forse perché attorno alle scuole non ci sono gli interessi delle grandi lobby? Forse perché i nostri figli non votano? Ma i loro genitori sì, e allora è arrivato il momento di prendere posizione e decidere del nostro futuro, del futuro dei nostri figli.
E' chiaro che chi non condivide il nostro pensiero è libero di tenere i propri figli a casa, così come si possono chiudere le singole scuole che da marzo ad oggi non sono state in grado di adeguarsi. Siamo in una democrazia e siamo tutti liberi, ma non toglieteci i nostri diritti fondamentali».

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