Prima il crollo di un affresco, ora di una parte di tetto. È quanto sta avvenendo nella chiesa di San Francesco di Paola di piazza Italia a Lamezia Terme. «Questo anno 2020 - si legge in una nota - può essere racchiuso da questa immagine: il crollo di una parte dell’affresco raffigurante San Francesco di Paola. Due anni fa, proprio alla fine di dicembre, i Vigili del Fuoco dichiararono inagibile la Chiesa di San Francesco. In questi due anni il parroco, padre Giuseppe Martinelli, insieme alla comunità parrocchiale, ha tentato con tutte le sue forze di ottenere dall’amministrazione comunale una risposta per poter avviare in sicurezza e legalmente i lavori. Tutti conosciamo l’iter e le riposte che le istituzioni danno a coloro che intendono in prima persone fare qualcosa per il bene comune».
Richiesta inevasa
«La Curia di Lamezia Terme - prosegue la nota - è da due anni che chiede la proprietà dell’immobile. Ad oggi tale passaggio di proprietà non è ancora avvenuto. L’intento della parrocchia era e è quello di restituire ai cittadini di Sant’Eufemia la sua chiesetta. Il problema è proprio questo. La richiesta è partita da Sant’Eufemia, quartiere inascoltato, periferico, coda degli altri due ex comuni, e non la porta della città di Lamezia Terme acclamata solo in campagna elettorale. Dopo due anni la vera risposta è arrivata dalla chiesetta stessa, facendo sentire la sua presenza attraverso un boato che questa mattina ha spaventato la comunità dei Padri Vincenziani che vi vivono accanto».
Ultimo crollo
«Il parroco - sottolinea la nota - entrando nella chiesetta ha dovuto a malincuore constatare che un'altra parte del soffitto era crollata. Tale cedimento è segno dell’incuria, della cattiva gestione del bene comune, della strafottenza e soprattutto della non volontà amministrativa nel voler intervenire affinché tutto questo non si verificasse. La chiesetta di san Francesco è il simbolo del quartiere di Sant’Eufemia, è il suo primo luogo di culto è ciò che richiama alla mente il passato storico di questo popolo. Oggi tale segno è stato sfregiato da coloro che, invece di preservarlo nel tempo come luogo della memoria del villaggio agricolo, nell’indifferenza l’hanno fatto crollare. Oggi non c’è più spazio alla logica dello scarica barile o di Ponzio Pilato, ognuno faccia seriamente la propria parte, Comune e chiesa locale, dichiarando in maniera chiara ed onesta che cosa intende fare della Chiesa di San Francesco. Il parroco, sostenuto dalla popolazione di Sant’Eufemia, chiede con fermezza che si assumano la responsabilità piena coloro che ad oggi ne sono i proprietari: cioè il Comune di Lamezia Terme, e invita questi illustri amministratori ad intervenire immediatamente prima che di questo Tempio sacro “non resti che pietra su pietra”».