La storia della lotta agli ecomostri non è sempre a lieto fine. Dopo lo storico sequestro delle villette vista mare di Caminia di Stalettì si ragiona sul futuro, cercando di fare esperienza di quanto avvenuto in passato. Un rapporto da sempre complicato quello del basso Ionio catanzarese e l’urbanistica, viziato dal cemento selvaggio che ha invaso i siti più suggestivi presi d’assalto negli anni ‘60, ‘70 e ‘80 quando la corsa al trasferimento sulla costa, ha dato vita a complessi abitativi sorti senza alcuna regola. Negli anni molti sono stati condonati, ma tanti altri sono rimasti senza alcun titolo a deturpare la costa e quando le istituzioni hanno deciso di riappropriarsi di quanto sottratto non è sempre finita bene. Il sequestro si è rivelato soltanto il primo passo dell’avvio di una lunga e travagliata storia che nel comprensorio soveratese si è vissuta più di una volta. Ecco perché l’amministrazione comunale di Stalettì, dopo il sequestro di giovedì scorso, lancia l’appello per un lesto avvio dell’opera di riqualificazione che si spera non passi dagli stalli che hanno caratterizzato gli altri ecomostri del territorio.
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