In merito alla ripresa della scuola in presenza, prevista per il 7 Gennaio, il coordinamento Calabria dell’associazione Genima-Genitori In Rete insieme al movimento “La forza siamo noi” ribadiscono «l’importanza della tutela del diritto all'istruzione in presenza, ma lo fanno rivendicando un’apertura in sicurezza della scuola. Emerge un quadro preoccupante per la Regione Calabria che potrebbe essere nuovamente classificata come “zona Rossa”, soprattutto a causa della poca responsabilità soggettiva e della mancanza di controllo capillare ed efficace. L’RT elevato di questo periodo infatti non è riconducibile all’ambito scolastico, dato che le scuole sono chiuse da settimane e in molti comuni calabresi non sono mai state riaperte da ottobre 2020 a seguito di ordinanze sindacali di chiusura. Questo a riprova di quanto ormai sostenuto anche dai dati e dal mondo scientifico sul fatto che le scuole non sono fra i luoghi e gli ambiti di maggiore diffusione di focolai».
Le dichiarazioni di Spirlì
Secondo il coordinamento Calabria dell’associazione Genima-Genitori In Rete e il movimento “La forza siamo noi” «le dichiarazioni odierne del presidente facente funzioni della Regione Calabria, Spirlì sulla riapertura delle scuole ci appaiono alquanto inopportune e irrispettose dell’impegno e delle misure che tutti gli attori coinvolti stanno mettendo in campo per tutelare il diritto all’istruzione che diversamente da quanto sostiene lo stesso Spirlì non è uguale se fatto in presenza o in dad e questo non lo diciamo noi ma competenti studiosi in ambito scientifico. Il presidente facente funzioni dovrebbe pensare ad organizzare meglio i servizi di competenza regionale invece di sparare a zero sulle famiglie che difendono il diritto all’istruzione insieme al diritto alla salute per una scuola in presenza e in sicurezza. Per una ripartenza in presenza e in sicurezza delle scuole, ci associamo alle richieste dei sindacati del comparto scuola della regione Calabria di due giorni fa, sul “potenziamento dei controlli sanitari, dei dispositivi di sicurezza, del tracciamento dei contagi mediate l’utilizzo di tamponi rapidi e una corsia preferenziale per tutte le componenti scolastiche”.
Tamponi rapidi
A questo proposito, ad esempio, durante il nostro incontro con Asp di Catanzaro dello scorso 17 dicembre, era emersa la possibilità dell’arrivo di 33.000 tamponi rapidi da utilizzare anche a favore del mondo scolastico. Ci chiediamo come mai non vengano utilizzati soprattutto in questo periodo post vacanze per evitare e ridurre la trasmissibilità del virus riconducibile all’ambito familiare ed extrascolastico, anche a seguito di potenziali comportamenti non rispettosi delle regole anticovid in vigore, in modo da far ripartire la scuola in sicurezza e in modo strutturato e senza strascichi di possibili contagi avvenuti durante le festività natalizie. Abbiamo appreso che in molti comuni calabresi sono partite campagne di screening per il covid con l’utilizzo di tamponi rapidi sia per i fuori sede rientrati ma anche per la riapertura in sicurezza delle scuole, come ad esempio a Sellia (CZ), Satriano (CZ) ecc. Riteniamo che tali campagne sarebbero quanto mai opportune in questa fase a ridosso della riapertura delle scuole, al fine di garantire la sicurezza dei servizi educativi e scolastici, anche utilizzando la figura degli infermieri che operano in ambito scolastico. Va infatti garantita la presenza di tutte le bambine e i bambini e le ragazze e i ragazzi, non lasciando la tutela della prevenzione e della sicurezza a carico delle famiglie, con l’unica possibilità di procedere autonomamente a screening in laboratori privati, con un aggravio di costi per le stesse famiglie. Certamente richiamiamo il rispetto dei protocolli delle Asp calabresi da seguire e riconosciamo l’assoluta affidabilità dei tamponi molecolari gold standard per accertare i casi positivi, ma ricorrere ai test rapidi per campagne di massa, vista l’alta percentuale di popolazione da sottoporre al test, potrebbe essere da supporto per un primo screening soprattutto per il personale scolastico impegnato in più classi, nei servizi educativi 0 – 6 anni (nidi e scuole dell’infanzia) dove le bambine e i bambini non usano la mascherina e il distanziamento.