Scott-Rinascita, colpo di scena. Gratteri: "Clan puntano a far scadere termini custodia cautelare"
"I clan puntano a far scadere i termini di custodia cautelare", si chiude con un colpo di scena la prima udienza del maxi processo Scott Rinascita. È il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri a svelare che un collaboratore di giustizia, il vibonese Gaetano Cannatà, ha raccontato di una riunione in cui gli affiliati alle cosche avrebbero deciso di ricorrere in massa al rito ordinario proprio per ritardare i tempi della giustizia. Il verbale sarà depositato nei prossimi giorni.
Come previsto la prima udienza del maxi processo con 325 imputati si è conclusa con la decisione del presidente del collegio giudicante Tiziana Macrì di astenersi prendendo atto della ricusazione decisa nei giorni scorsi dalla Corte d’appello di Catanzaro in accoglimento di una richiesta della Dda.
"Io mi fermo qui - ha detto in aula Tiziana Macrì - Mi sarei evitata questa udienza, ma mi hanno detto che dovevo venire. La ricusazione dell’Ufficio di Procura è stata riconosciuta dalla Corte d’appello". Hanno fatto dichiarazione di astensione anche i due giudici a latere, Brigida Cavasino e Gilda Romano, poiché hanno emesso la sentenza del processo Nemea contro il clan Soriano di Filandari, in cui sono confluiti pure gli atti di Rinascita. A questo punto l’intervento del procuratore Gratteri che ha sottolineato come si sia perso almeno un mese e svelando in anteprima le dichiarazioni del pentito. Ora bisognerà attendere le determinazioni del presidente del Tribunale di Vibo per la creazione del nuovo collegio. La Dda ha anche chiesto la riunificazione al filone principale del giudizio immediato che vede imputato tra gli altri l'ex parlamentare Giancarlo Pittelli.
Hanno intanto annunciato la costituzione di parte civile nel processo la Presidenza del Consiglio ed il ministero dell'Interno, il ministero della Difesa, della Giustizia, la Regione Calabria e l’associazione Libera.