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Sversamento di rifiuti industriali a Lamezia, la Procura continua a “scavare”

Sono 19 gli indagati coinvolti nell’inchiesta “Waste Water” che ha svelato lo sversamento di rifiuti industriali, in particolare di scarti di lavorazione del biodiesel, sul terreno, nelle condotte fognarie e nei canaloni che confluiscono nel Golfo di Sant’Eufemia. E dal lavoro del pool investigativo coordinato dalla Procura di Lamezia è emerso come le loro attività abbiano causato «un sicuro danno ambientale, con effetti potenzialmente lesivi per la salute pubblica». È uno dei passaggi chiave dell’ordinanza firmata dal gip Emma Sonni con cui è stato disposto il sequestro preventivo di beni per 3,3 milioni di euro e il divieto di esercitare per un anno l’attività imprenditoriale nel settore dei rifiuti per 4 persone. Si tratta di tre amministratori e del direttore dello stabilimento produttivo della Ilsap Srl su cui da tempo erano puntati i riflettori di Guardia di finanza, Noe e Capitaneria di Porto di Vibo, coordinati dal procuratore Salvatore Curcio e dal sostituto Marica Brucci. Il fenomeno che gli inquirenti hanno fotografato secondo il gip rappresenta «per dimensioni, per la ripetitività nonché per l’amplissima estensione degli effetti lesivi sull'ambiente (acqua, ecosistema, flora e fauna marina)» una «concreta fonte di imminente pericolo per la pubblica incolumità» da intendersi come «attitudine a creare un danno, anche di una certa entità, per la salute pubblica». Il consulente tecnico nominato dalla Procura, ma anche l’Arpacal, avrebbero inoltre accertato «numerose violazioni delle prescrizioni dell’Aia (Autorizzazione integrata ambientale, ndr).

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