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Comune Vibo, manovre “oscure” sui bilanci

Sotto la lente le responsabilità della politica e degli uffici che per anni hanno condizionato i conti. L’ex assessore Pino Scianò ripercorre le tappe che hanno portato al primo dissesto con errori che ora rischiano di ripetersi

Il disastro finanziario di palazzo “Luigi Razza”, a Vibo, non è nato da un giorno all’altro. La politica e parte della burocrazia che continua a menare le danze in seno all’Ente, per decenni hanno “condizionato” i bilanci dell’Ente con manovre alquanto oscure. Spesso i numeri erano tornati grazie alla redazione di “bilanci farlocchi” che non ristabilivano la verità dei fatti. Andò così almeno fino a quando i nodi non vennero al pettine. E per la prima volta qualcuno fece emergere il disavanzo. Una vera e propria “operazione pulizia” quella che l’assessore al Bilancio dell’esecutivo D’Agostino, Pino Scianò, mise in atto, quando correva il 2011. «Il disastro, però, sul piano dei conti, era già maturato».

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