Il dipartimento regionale Tutela della salute dispone, il Sant’Anna Hospital ottempera, ma le diecimila carte prodotte non sembrano interessare più di tanto il commissario ad acta. Guido Longo punta dritto al certificato unico di agibilità e alla riapertura dell’Unità di terapia intensiva cardiologica, marginalizza tutto il resto e così per la clinica a rischio chiusura è arrivata l’ennesima doccia fredda. Un lunedì in chiaroscuro ha, dunque, dato il via a una nuova settimana di attese e speranze per una struttura che ieri ha riaperto gli ambulatori e, quasi contestualmente, ha consegnato i documenti richiesti dal dipartimento targato Francesco Bevere per tenere vive le speranze di ripartenza. Il sollievo dei medici tornati a indossare il camice, però, si è scontrato con una missione in Cittadella che non è andata come il management si aspettava. Anzi, ha fatto registrare l’epilogo meno appetibile e ha letteralmente lasciato l’amaro in bocca a chi, pur di far presto, giovedì scorso si era messo al lavoro di buon mattino proprio con l’intento di stampare, prima possibile e in triplice copia, tutta la documentazione richiesta ed evitare così ulteriori rinvii nella gestione di una pratica ricca di colpi di scena e ancora bloccata in un tunnel senza uscita. I fatti, in effetti, dicono che dalle ultime richieste, avanzate mercoledì sera dal dipartimento Tutela della salute, sono trascorsi altri sei giorni senza che la clinica abbia ancora incassato la novità della svolta. Gli ambulatori, chiusi un mese fa a causa dei lavori avviati per ottemperare alle prescrizioni imposte dall’Azienda sanitaria provinciale, tornano a dare risposte almeno per ciò che concerne gli screening e le valutazioni preoperatorie, ma l’attività chirurgica rimane ancora ferma e nessuno sa davvero quando potrà riprendere. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro