Uno sfregio al litorale la “ferraglia” arrugginita del vecchio depuratore. Tropea, dopo circa 8 anni dalla dismissione, in località “Rocca Nettuno”, si trova una vera e propria discarica di strutture metalliche, in parte sepolte dalle erbacce. Un “ecomostro” lasciato marcire, sull’incantevole lungomare, nell’indifferenza di ambientalisti e istituzioni centrali e periferiche. Da anni si aspetta che l’intera area demaniale, che si estende per circa 4mila e 500 metri quadrati, venga liberata dalla fatiscente piattaforma depurativa e dalle erbacce che si stanno estendendo fino alla spiaggia che si trova a qualche centinaio di metri. «Purtroppo – ha sottolineato un attento conoscitore del problema – non interessa a nessuno porre fine all’interminabile “querelle” che si nasconde dietro questa area demaniale data in concessione a privati. La cosa grave è che questo tratto di costa, affacciato su una delle spiagge più belle del mondo, non può essere utilizzato dalla collettività per le diatribe giudiziarie scoppiate tra i pretendenti. Sarebbe bene – ha aggiunto – che intervenisse il sindaco Macrì per riappropriarsi della zona e metterla a disposizione della comunità facendo realizzare, con denaro pubblico, un’area verde per la gioia dei bambini. Passeranno mesi se non anni prima che questo luogo venga recuperato e reso fruibile. Di fronte all’inerzia – ha concluso – delle istituzioni sarebbe opportuno l’intervento della procura della Repubblica perché si sta provocando un gravissimo danno alla cittadinanza. Tropea non merita questo “sconcio” sul suo territorio perché vive di turismo ed ogni suo prezioso metro di costa deve essere utilizzato per il benessere di tutti».
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