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Tropea, il vescovo: «Si uccide pure profanando i defunti»

Il monito del vescovo mons. Luigi Renzo giunto nella cittadina dopo gli orrori commessi al cimitero. Intanto il sindaco sospende il custode del camposanto arrestato assieme ad altri due indagati

Le bare venivano trasportate in uno spiazzo attiguo al camposanto di Tropea nel cassone di una motoape e venivano distrutte

Lo smarrimento si è impadronito di Tropea, dopo gli orrori al cimitero. Da una parte la preghiera comunitaria, dall’altra il cambio di passo dell’amministrazione comunale che deve rispondere ai tanti interrogativi sollevati dai cittadini. Come primo atto, per come previsto dalla legge, il custode del cimitero Francesco Trecate (arrestato assieme al figlio e a un altro indagato) è stato immediatamente sospeso dal servizio con la riduzione del 50 per cento dello stipendio.

Ieri mattina, dopo la celebrazione penitenziale dei giorni scorsi nella chiesa dell’Annunziata, è stata caratterizzata da un altro intenso momento liturgico presieduto dal vescovo mons. Luigi Renzo. «Dopo la profanazione dei giorni scorsi delle tombe del cimitero ho sentito il dovere di unirmi a voi per chiedere perdono al Signore per quello che è successo: prima che offesa per i corpi profanati, quello che è accaduto è una grave offesa a Dio che di quelle creature è Padre. Tutti dovremmo chiederci – ha aggiunto – come è possibile che succedano cose così assurde ed inimmaginabili per chiunque. Ma forse una spiegazione c’è se pensiamo che nella nostra vita e nei nostri comportamenti quotidiani di fatto abbiamo estromesso Dio ed abbiamo messo il nostro “io” al suo posto illudendoci così di poter fare tutto quello che vogliamo senza limiti e senza regole..."

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