Segmenti della ’ndrangheta unitaria ricostruiti nell’aula bunker di Lamezia Terme dove si sta celebrando il maxiprocesso Scott Rinascita. Una ricostruzione a cui, ieri, ha dato il proprio contributo il pentito Francesco Michienzi, di Acconia di Curinga, un tempo uomo della cosca Anello-Fruci da cui ha preso le distanze in seguito all’assassinio di Santo Panzarella «spirato davanti a me». Rispondendo alle domande del pm Andrea Mancuso, Michienzi ha ricostruito fatti, misfatti e alleanze della cosca «operativa da Acconia a Filadelfia» al cui vertice il pentito – «io mi occupavo di tutto: traffico di armi, droga, mazzette e organizzazione degli omicidi» – pone Rocco e Tommaso Anello, i quali «anche quando erano detenuti riuscivano a darci indicazioni su estorsioni da fare e altro» e che avevano rapporti «con la famiglia Torcasio e, con le operazioni Tabula Rasa e Rima, eravamo in simbiosi con i Bonavota di Sant’Onofrio. Alcuni esponenti dei Bonavota – ha riferito Michienzi – mi sono stati presentati a casa di Rocco Anello quando era ai domiciliari, poi ho conosciuto Onofrio Barbieri, Francesco Fortuna, Pasquale e Domenico Bonavota, Micu ‘i Mela e altri. Me li ha presentati Rocco Anello a casa sua».