Era tutto compreso, bastava pagare e poi l’organizzazione provvedeva a tutto: trovava il futuro coniuge, una finta residenza, forniva i documenti e istruiva anche i novelli sposi su come rispondere alle domande dei pubblici ufficiali. Ieri il gup del Tribunale di Catanzaro Barbara Saccà ha rinviato a giudizio 17 persone coinvolte nel lucroso business dei matrimoni fittizi tra cittadini italiani e cinesi, che così riuscivano ad avere il permesso di soggiorno. Gli indagati devono rispondere di associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina attraverso l’organizzazione di matrimoni di comodo e la produzione di documentazione falsa. Sono stati rinviati a giudizio: Antonio De Santis; Giovanni De Santis; Giuseppe De Santis, Rita Laface, Giancarlo Longo, Mariagrazia Macario, Rita Maletta, Roberto Maletta, Vittorio Nicoletta, Celeste Emanuela Oliverio, Lorenzo Pontiero, Emanuela Concetta Scalise, Antonio Silipo, Cesare Votta, Busheng Wang, Xiunzhen Xiang, Junwei Yiu, detta Rosa e Jingag Zhao. Il processo nei loro confronti inizierà il prossimo 6 aprile davanti ai giudici del Tribunale collegiale di Catanzaro, stralciata invece al 15 giugno la posizione dei cinesi Janmeni Lin, Yunmei Wei, Zhenua Wang, difesi dall’avvocato Tiziano Veltri, per i quali si è reso necessario disporre nuove notifiche. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro