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Rsa “abusiva” a Vibo, scattano le indagini

Si infittisce il caso del focolaio scoppiato nella residenza per anziani nell’immobile della Provincia

La Rsa non autorizzata nell’immobile della Provincia

Nessuno sapeva niente. Nessuno se ne ne era mai accorto. Come avvolta nella nebbia, in via Fortunato, c’era una residenza per anziani – ma ancora non è chiaro che tipologia di struttura fosse – di cui però non esiste traccia. Nessuna autorizzazione, iscrizione. Non ne sapeva nulla l’Amministrazione provinciale che i locali di palazzo Di Leo li aveva concessi in fitto alla “Nuovi orizzonti onlus”, non ne sapeva nulla l’Azienda sanitaria, nonostante il focolaio. Niente, nessuno sapeva. Che quella residenza esistesse, infatti, si è saputo solo oggi per caso dopo che il Covid ha colpito. Perché il virus infrange muri e silenzi, insinuandosi soprattutto tra quella popolazione fragile. Quegli inquilini di cui, a quanto pare, non ci si era accorti. Anziani finiti in ospedale – un focolaio con 11 casi – dove si è scoperto che erano positivi ma senza che nulla trapelasse o facesse venire sospetti. Un caso nel caso, su cui comunque l’Asp vuole vederci chiaro. Perché che nel capoluogo sia stata operativa una Rsa non autorizzata crea allarme. In tal senso, ieri mattina il primo passo del commissario straordinario Maria Pompea Bernardi è stato quello di chiedere spiegazioni al Dipartimento di prevenzione, poi il caso sarà segnalato alla Regione e non è da escludere che analoga segnalazione arrivi sulla scrivania del procuratore Camillo Falvo. Parallelamente l’Azienda sanitaria – che si è detta all’oscuro dell’esistenza di questa casa per anziani – avrebbe avviato un’indagine interna allo scopo di chiarire tutti gli aspetti dell’incredibile vicenda. Rimettere insieme i tasselli del puzzle, dunque, l’obiettivo. Così come per la Provincia.

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