Un monumento allo spreco pubblico. Questo è l'ex dispensario di Igiene sociale per l'educazione sanitaria e la prevenzione delle epidemia di via Miceli. Un immobile costruito negli anni '30 per la profilassi della tubercolosi, utilizzato poi per vari servizi fino al 2010: da 11 anni infatti la struttura versa in totale abbandono e degrado. Un bene pubblico in decadenza che oltre al danno sa anche di beffa. E sì perché l'Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro, che è proprietaria dell'immobile che cade a pezzi, paga all'anno oltre un milione di euro per i fitti passivi. In particolare, per il solo ufficio che comprende i servizi amministrativi, allocati in una struttura di viale Pio X a Catanzaro, spende 182mila euro all'anno. Soldi che naturalmente vanno in tasca ai privati. Uno spreco a cui la prefetta Luisa Latella, alla guida dell'Asp commissariata per infiltrazioni mafiose, vuole mettere mano, tant’è che ha già individuato 15 strutture su tutto il territorio provinciale, con contratti “discutibili”. Da qui la volontà di dismettere alcuni fitti passivi ed utilizzare le strutture di proprietà dell'Azienda, la maggior parte dei quali si trovano proprio a Lamezia. Come la palazzina degli uffici amministrativi in via Perugini, che fino a qualche anno fa ospitava oltre 90 dipendenti e che ora invece ne ha appena 30. Locali che potrebbero ospitare anche uffici amministrativi che si trovano a Soverato, sempre in locali privati, dove l’Asp paga i fitti. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro