S’è difesa a lungo Antonella Stasi davanti al gip. La 55enne ex vicepresidente della Regione tra il 2010 e 2014 (e per qualche mese anche presidente facente funzioni), ha negato le accuse che le vengono addebitate dalla Procura distrettuale di Catanzaro, spiegando che s’è occupata dell’azienda agricola “Le verdi praterie” di Isola Capo Rizzuto solo dopo la morte del marito imprenditore Massimo Marrelli (avvenuta il 27 novembre 2018). Allo stesso modo, anche gli altri cinque indagati raggiunti da misure cautelari nell’ambito inchiesta “Erebo Lacinio” si sono detti estranei alle contestazioni. Nessuno ha taciuto durante gli interrogatori di garanzia che si sono tenuti ieri davanti al gip distrettuale, Pietro Carè che ha firmato l’ordinanza contro i sei finiti al centro del procedimento scaturito dalle indagini della Guardia di Finanza su una presunta frode finalizzata a percepire indebitamente fondi pubblici per 14 milioni di euro e su un traffico di rifiuti legato alla produzione di energia da biogas. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro