Erano stati arrestati nell’agosto 2016, quando erano ancora minorenni, a seguito del ritrovamento di un ordigno davanti una palestra in via Nenni a Lamezia. Ora, la quinta sezione penale della Corte di Cassazione, accogliendo il ricorso presentato dal loro legale, l'avvocato Antonio Larussa, ha annullato la sentenza della Corte di Appello impugnata limitatamente al concorso in alcuni reati a loro contestati, (con annullamento anche dell’aggravante della mafiosità e del metodo mafioso) e rinviato per nuovo esame su questi punti, alla Corte di Appello di Catanzaro, sezione per i minorenni. Nel 2017, nei confronti dei due giovani, C. A. e M.M, la Corte d’Appello accolse l’istanza presentata dai legali ritenendo valida la questione dell’inutilizzabilità della mancata campionatura dell’ordigno e riqualificando la detenzione nell’ipotesi lieve dell’articolo 435 codice penale, così come escluse anche l’aggravante della mafiosità. Venne così ridotta la pena da 3 anni e 6 mesi a 1 anno e 4 mesi. Da qui la decisione della Procura di fare ricorso in Cassazione: la Suprema Corte annullò la sentenza dell’appello con rinvio. Nell’appello bis venne riconfermata la sentenza di primo grado con la condanna a 3 anni e 6 mesi. Oggi però, con la nuova decisione della Cassazione, che ha accolto il ricorso dell'avvocato Larussa, ci sarà un appello ter.