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Sovraffollamento carcerario? La piaga non tocca Catanzaro

Viaggio nella casa circondariale “Ugo Caridi”

Una buona struttura che non ha nulla a che spartire con il sovraffollamento cui spesso sono associati i penitenziari italiani. È la casa circondariale “Ugo Caridi” del capoluogo di regione. Un carcere per soli uomini diretto da una donna che pare aver conquistato anche il placet del garante regionale per i diritti delle persone detenute o private della libertà personale, Agostino Siviglia. La linea tracciata da Angela Paravati per la struttura detentiva più grande della Calabria, insomma, funziona come dimostra anche la gestione della pandemia all’interno delle mura carcerarie. L’attesa è per le vaccinazioni, ma finora la direzione ha vinto la partita a pieni voti contando anche su presenze inferiori alla capienza massima consentita. Gli ultimi dati certificati dal ministero della Giustizia raccontano, infatti, di una comunità di 588 persone di cui 98 straniere. Il carcere ne potrebbe ospitare 681 ed è anche merito di una struttura non al limite se è lo stesso garante regionale per i diritti delle persone detenute o private della libertà personale a parlare di una «seria attività trattamentale».

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