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Pizzo, cagnetta avvelenata salvata dalle volontarie dell'Enpa

La corsa in clinica e il primo soccorso effettuato dalla persona sul posto al momento le hanno salvato la vita, ma resta comunque in prognosi riservata

Non solo ricettacolo di rifiuti di ogni genere e tipologia, ma anche un luogo in cui gettare veleno mettendo a repentaglio la vita di numerosi animali. Insomma la pineta di Colamaio, praticamente senza alcun controllo, sempre più terra di nessuno. Una sorta di "terra di mezzo" dove ha rischiato di rimetterci la vita - e nonostante le cure non è detto che ce la faccia - una cagnolina meticcia. A denunciare l'ennesimo sopruso su animali indifesi sono le volontarie Enpa di Pizzo.
"Nella mattinata di ieri 15 Marzo - evidenziano -  viene ritrovata una cagnolina nella Pineta di Colamaio 2, dietro Porto Ada, visibilmente in difficoltà. Le persone sul posto hanno allertato, facendo la giusta procedura, le forze dell’ordine che a loro volta hanno allertato il veterinario reperibile, che non è intervenuto se non dando “consigli telefonici” sul da farsi. Ma la cagnolina, avvelenata come risulterà dalle analisi successive, era veramente in condizioni di salute precarie, e la persona sul posto contattava il proprio veterinario di fiducia per farsi consigliare un primo soccorso. Una serie di scarica barile, tanto per cambiare, che faceva desistere chi cercava di aiutare non conoscendo in realtà gli obblighi a cui forze dell ordine e veterinari Asp devono adempiere. A quel punto, contattava anche le associazioni del territorio, e reseci subito conto che la situazione era grave, ancora una volta siamo accorse sul posto".
Al loro arrivo le volontarie Enpa si sono ritrovate davanti a una situazione disperata: "La cagnolina (che è stata chiamata Ignazia in onore della persona che ha allertato istituzioni e associazioni e ha praticato il primo soccorso) aveva spasmi incontrollati, il veleno era in circolo da molto tempo e dava già segni neurologici.  La corsa in clinica e il primo soccorso effettuato dalla persona sul posto al momento le hanno salvato la vita, ma resta comunque in prognosi riservata".
Una storia che le volontarie hanno raccontato per tre motivi: "Il primo per avvisare la cittadinanza della presenza di veleno in quella zona, presunta metaldeide. Il secondo per sottolineare ancora una volta le inadempienze dell’Asp di Vibo  sottolineando che sono loro ad avere l’obbligo ad intervenire! Anche se dicono di no, anche a notte fonda! Il terzo per ricordare che il codice penale (art. 544-bis) punisce l’uccisione di animali «per crudeltà o senza necessità» e spargere polpette avvelenate allo scopo di uccidere animali rientra perfettamente tra le fattispecie penalmente rilevanti. Peraltro, è importante ricordare  che colui che lascia in strada bocconi avvelenati o altre esche nocive, commette reato anche se poi nessun animale dovesse trovare la morte. Nel frattempo restiamo speranzosi sulla possibilità che si salvi la piccola che  sarebbe morta prima del nostro intervento se non le si fosse praticato un primo soccorso".
E nel preannunciare che sarà svolta denuncia le volontarie Enpa ricordano "che è sempre importante coinvolgere l'Asp, il Comune, la Polizia Locale, il Corpo Forestale dello Stato per porre in sicurezza l'area, delimitarla con opportuna cartellonistica e bonificarla. La segnalazione alle autorità è un dovere civile per tutti i testimoni di atti di avvelenamento di animali".

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