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'Ndrangheta, Ucpi contro Presa diretta: scritta pagina di inciviltà

L'aula bunker di Lamezia Terme dove si sta celebrando il processo Scott-Rinascita

L’Unione delle Camere penali esprime «sdegno» per una «pagina di desolante inciviltà scritta dal servizio pubblico radio-televisivo». Il riferimento è alla puntata della trasmissione «Presa Diretta» andata in onda lunedì sera su Rai Tre, dedicata all’indagine della Procura della Repubblica di Catanzaro "Scott Rinascita". «È semplicemente inaudito che proprio dagli schermi del servizio pubblico milioni di cittadini abbiano dovuto assistere alla unilaterale ed arbitraria selezione di atti del fascicolo del Pubblico Ministero di Catanzaro, relativi ad una vicenda giudiziaria il cui dibattimento ha cominciato solo da qualche settimana a muovere i suoi primi passi», protesta la giunta. E accusa: «la ormai consolidata identità culturale e professionale di larga parte del nostro giornalismo giudiziario è quella di chi è abituato a confondere una ipotesi accusatoria con la verità storica, una indagine della Procura con una sentenza definitiva».

«La narrazione elegiaca di una indagine non ha nulla a che fare con il giornalismo di inchiesta, se non si ha nemmeno la curiosità e soprattutto il coraggio intellettuale almeno di interrogarsi sugli oltre 140 provvedimenti giurisdizionali di annullamento e di revoca di misure cautelari adottate in quella stessa inchiesta». Ma soprattutto, «è inconcepibile immaginare che sia legittimo confezionare e mandare in onda una trasmissione così partigiana ed unilaterale, mostrando atti ed elementi di prova ancora ignoti al Collegio giudicante, mentre è appena iniziato il processo». «Solo una sottocultura populista e giustizialista marchiata da un autentico analfabetismo costituzionale può relegare il processo penale, cioè l’unico luogo che il nostro sistema penale riconosce come legittimato alla ricostruzione dei fatti e delle responsabilità, ad un evento secondario», affermano ancora i penalisti sottolineando come tutto questo avvenga all’indomani del «severo monito» della Ministra Cartabia sulla «indifferibile necessità di riposizionare la presunzione di innocenza al centro del sistema penale e della sua rappresentazione mediatica». Di qui l’auspicio che la politica prenda coscienza e adotti «misure idonee a prevenire il ripetersi di simili episodi di malcostume». (ANSA).

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