Abusivismo edilizio ed ampie sacche di evasione fiscale sono da ritenersi spie dell’ingerenza della ’ndrangheta nell’attività amministrativa dell’ente. È quanto emerge dalla proposta di scioglimento del Comune di Guardavalle, firmata dalla prefetta Maria Teresa Cucinotta, all’esito del lavoro di indagine e accertamento, condotto dalla commissione d’accesso, inviata nel settembre scorso. Inerzia, opacità, una generale “mala gestio” della cosa pubblica che mostra tutta la debolezza dell’amministrazione comunale rispetto alle “pressioni” delle cosche locali. Ingerenze negli appalti, nelle concessioni demaniali, nella gestione del patrimonio boschivo, ma non solo, perché nella circostanziata relazione prefettizia emerge anche un atteggiamento lassista rispetto alle violazioni delle normative urbanistiche. Un caso emblematico è emerso a seguito dell’ordinanza del gip di Catanzaro che nel maggio scorso ha raggiunto la coppia Francesco Galati e Giuseppina Taverniti, condannati pochi giorni fa in primo grado per usura ed estorsione, e ritenuti vicini alla cosca dei Gallace. Risale al 1994, l’abuso edilizio citato dalla prefetta per il quale fu condannato il fratello di Taverniti. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro