«Stanno esagerando. Però noi non possiamo arrenderci a queste cose. Ora bisogna capire se è qualcuno che viene a disturbare o se ci sono dei mandanti». Don Giacomo Panizza va avanti, così come anche la sua comunità che nelle ultime due settimane è stata oggetto di continui atti intimidatori. Ignoti hanno infatti tagliato gli pneumatici delle auto di sei operatori della cooperativa “Progetto Sud” (fondata da don Panizza oltre 40 anni fa a Lamezia) che prestano servizio nello stabile confiscato alla criminalità organizzata in via dei Bizantini, nel cuore di Capizzaglie. In questo immobile, che agli inizi degli anni 2000 nessuno voleva, don Giacomo ha creato un centro polivalente del Terzo settore, dove si fa assistenza agli ultimi. «Noi facciamo cose normali, che la società civile porta avanti – spiega il prete bresciano trapiantato a Lamezia – questi atti invece arrivano da chi non è civile. La preoccupazione c’è, ma c’è anche la voglia di guardare avanti». E avanti guardano anche gli operatori vittime degli atti intimidatori. Tutti hanno denunciato tutto, senza tentennamenti. E sono partite le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica guidata da Salvatore Curcio, ed i affidate ai carabinieri della Compagnia di Lamezia, diretta dal maggiore Cristian Bruscia. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro