«Dopo che hanno rubato hanno messo le porte di ferro...». Recita così un vecchio proverbio che calza a pennello con quanto sta accadendo in queste settimane al cimitero di Tropea, salito agli onori della cronaca mondiale per la profanazione delle tombe e l’arresto del custode Francesco Trecate, del figlio Salvatore e di un loro amico Roberto Contartese. Il luogo sacro, a sentire alcuni visitatori avanti con gli anni, in passato è stato teatro di un incendio e di varie forme di illegalità, anche edilizie. Non sono mancati i furti. Dopo gli “orrori” accertati dalla recente inchiesta della Procura della Repubblica di Vibo Valentia e della Guardia di Finanza, l’amministrazione comunale, attraverso il responsabile dell’Ufficio tecnico Gabriele Grisafio, ha deciso di mettere ordine in tutto il cimitero partendo dalla “mappatura” di tutte le cappelle, edicole funerarie, loculi e ossario. «Non sarà – ha affermato il tecnico – un lavoro facile. Ricostruire la documentazione, dopo decenni di “dimenticanze”, richiede tempo e pazienza certosina. C’è da fare una ricognizione di tutta la certificazione relativa alle tumulazioni, con nomi e cognomi delle salme, e ai permessi a costruire». Negli anni scorsi un incendio di natura doloso, ha distrutto totalmente i registri che venivano custoditi nel cimitero. In questa documentazione andata in fumo, erano trascritti nomi e cognomi dei defunti seppelliti. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro