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Il Tar lascia chiuse le scuole di Catanzaro. Il commento di Abramo e le reazioni dei genitori

Un bilanciamento fra il diritto alla salute e quello all’istruzione. Mantenendo la chiusura delle scuole, secondo il Tar si limita "il potenziale incremento delle richieste di attività di contact tracing rivolte al Dipartimento di Prevenzione al fine del superamento delle gravi criticità di natura organizzativa palesate dall’ASP -da risolvere necessariamente in tempi brevi al fine del ripristino dello svolgimento dell’attività scolastica con modalità ordinaria essendo la DAD modalità efficace sul piano formativo solo per brevi periodi e sulla cui uniforme disponibilità da parte di tutte le famiglie e capacità di fruizione da parte degli alunni più piccoli, esistono seri dubbi con conseguente pregiudizio del principio di eguaglianza nell’apprendimento".

Così il Tar (vedi qui) rigetta il ricorso proposto dalle associazioni di genitori in merito alla seconda ordinanza di chiusura della scuole firmata dal sindaco Abramo e rimanda al 5 maggio la decisione.

Un rinvio che ha già suscitato le reazioni dei genitori

"Anche la nuova ordinanza del sindaco Abramo presenta profili di illegittimità, in quanto non si possono adottare provvedimenti generalizzati di chiusura di tutte le scuole al di là dei numeri e in modo difforme dal sistema già delineato dal Governo con il sistema delle 'zone di colore', a meno che non ci siano particolarissime esigenze, non documentate nemmeno nella nuova ordinanza, emanata per scongiurare la riapertura delle scuole dal Sindaco di Catanzaro".

Parla l'avv. Gaetano Liperoti, in rappresentanza dei genitori che hanno impugnato anche la nuova ordinanza di chiusura del sindaco Abramo, che prosegue:
"Le scuole rimarranno, in ogni caso, chiuse fino a mercoledì, in quanto ormai, a causa della riedizione dell’illegittima ordinanza, la lesione del diritto all’istruzione è irrimediabilmente compromessa e non è consigliabile una nuova alternanza, per pochissimi giorni fino al 31 marzo, tra didattica a distanza e in presenza. Lo ha stabilito il Presidente del TAR di Catanzaro, rinviando la decisione sull’ordinanza del Sindaco Abramo al prossimo 5 maggio.
È stato riaffermato il principio che le inefficienze del sistema sanitario regionale non devono ricadere sempre in danno del mondo della scuola".

Abramo: “Ho pensato solo a tutelare salute di alunni e personale scolastico”

A stretto giro anche la risposta del sindaco di Catanzaro.

“Il Tar Calabria ha di fatto riconosciuto la validità delle motivazioni di fondo contenute nell’ultima ordinanza sulle scuole: tutelare in modo esclusivo la salute di alunni e personale recependo le indicazioni dell’unità operativa di Igiene e salute pubblica dell’Asp di Catanzaro”.

È il commento del sindaco Sergio Abramo in merito al rigetto, da parte del Tribunale amministrativo regionale, del ricorso presentato contro il dispositivo di sospensione dell’attività didattica in presenza negli istituti scolastici di ogni ordine e grado del capoluogo.

“Ne prendo atto come avrei preso atto col massimo rispetto della decisione opposta – ha spiegato Abramo -. L’occasione mi è utile per ribadire quegli aspetti che continuo a ritenere giusti e che avevo sottolineato emettendo l’ordinanza, finalizzata a limitare quanto mi era stato fatto presente dall’Asp, cioè il rischio di un aumento dei contagi fra i più giovani per le varianti del virus, le difficoltà nel tracciamento dei positivi e dei loro contatti, le criticità nella gestione dei tamponi, il contestuale pericolo di una saturazione degli ospedali. Mi spiace che sia stata subito trasformata in una battaglia legale di cui avremmo tutti fatto volentieri a meno – ha concluso Abramo -, ma la mia è stata una decisione dettata dal buon senso e da scopi precauzionali che, in casi come questo, non possono ritenersi infondati”.

Genitori in rete chiede impegno ad Asp e comune di Catanzaro

"In merito alle ultime vicende relative alla chiusura delle scuole nel comune di Catanzaro, l’Associazione Genima- Genitori in Rete esprime forte preoccupazione per la gestione della situazione epidemiologica nel territorio provinciale emersa in base alle comunicazioni dell’ASP cui sono conseguite le ordinanze emesse dal Sindaco di Catanzaro sulla chiusura delle scuole e prende fermamente le distanze da un clima estremamente esasperato venutosi a creare in seguito alle due ordinanze sindacali e ai relativi ricorsi al TAR da parte di cittadini avvenuti in totale autonomia.

Su questo aspetto ci ha colpito la terribile misoginia e violenza verbale ritrovata sui social e sui commenti di testate giornalistiche locali on line su soggetti che vengono identificati per genere, nonostante siano ignoti: ripetute offese nei confronti di donne etichettate in senso dispregiativo come “mammine”, come se le scelte familiari non fossero in capo ai genitori, ai padri e alle madri insieme. L’andamento epidemiologico degli ultimi giorni è certamente mutato in tutta Italia anche a causa della diffusione delle varianti del virus che ha creato un aumento dei casi covid in tutta la popolazione. A questa situazione pertanto si sarebbe dovuto rispondere con un potenziamento delle azioni volte a fronteggiare l’aumento dei contagi sia attraverso un più efficiente ed efficace tracciamento degli stessi, sia attraverso misure stringenti di contenimento nelle aree territoriali più a rischio.

La relazione dell’ASP di Catanzaro fa emergere l’inadeguatezza di sistema in quanto tra le righe certifica inesorabilmente che la situazione è sfuggita di mano sotto l’aspetto dei tracciamenti rispetto al quale la cittadinanza era stata più volte rassicurata su un miglioramento con l’acquisto di screening rapidi e addirittura sull’identificazione del diffondersi delle varianti. Ciò è assolutamente preoccupante. La nostra Associazione già dallo scorso novembre ha svolto incontri sia con il Presidente della Provincia di Catanzaro che successivamente a dicembre con la Prefetta Latella e i referenti dell’ASP di Catanzaro, portando proposte concrete per migliorare il sistema, facendo rete a livello nazionale sui modelli virtuosi al fine di garantire che le scuole potessero essere aperte ma in sicurezza.

Abbiamo chiesto un tavolo permanente di coordinamento a livello provinciale che però ad oggi constatiamo come non sia mai partito. Chi dovrebbe governare, tutelare e garantire il controllo del territorio sul piano sanitario, sta di fatto lanciando messaggi di resa. E a livello di comunità si sta registrando uno strappo pericoloso, che vede in atto un contrasto sociale tra cittadini, come se ci fossero fazioni e tifoserie, quando invece bisognerebbe essere tutti uniti in questo particolare momento per chiedere che siano tutelati diritti fondamentali quali la salute e l’istruzione. Come Associazione Genitori siamo molto preoccupati responsabilmente, perché il gioco al ribasso “aperto/chiuso” non fa parte delle nostre prerogative e della nostra mission.

Come avviene in tante altre realtà laddove ci sia un certo numero di contagi all’interno del medesimo istituto scolastico, è corretto prevedere le chiusure e il tracciamento dei contagi e la sanificazione delle strutture, così come prevedere zone rosse per aree territoriali comunali dove si siano verificati focolai covid. Ci chiediamo però come mai l’ASP abbia fornito i dati sui contagi in ambito scolastico solo ora, quando chiediamo da mesi un sistema trasparente e chiaro che possa consentire scelte corrette sulla gestione dei casi. Ci chiediamo come mai il Sindaco Abramo abbia emanato la prima ordinanza senza richiedere le specifiche dei dati, ma facendolo solo in un secondo momento a seguito della prima pronuncia del Tar che richiamava proprio l’assenza di dati specifici.

Ancora ci chiediamo come mai se la situazione è così complessa non si sia pensato di emanare ordinanze su zone rosse circoscritte come l’area di Viale Isonzo interessata da focolai. Ecco ci sembra che come al solito i protagonisti di tutta questa vicenda siano l’approssimazione e l’assenza di coordinamento e di visione. La regione Calabria appare ancora una volta in controtendenza rispetto al resto del Paese. Una campagna vaccinale per le scuole che non decolla, e non esiste un piano di tracciamento e di screening all’interno del panorama scolastico. In questi mesi abbiamo assistito alla chiusura delle scuole in zona Gialla o Arancione, quando il presidente del Consiglio Draghi ha recentemente dichiarato che dopo Pasqua sta predisponendo un piano per aprire scuole dell’Infanzia, Nidi e Primarie anche nelle zone Rosse. L’ASP di Catanzaro in ambito scolastico ha il dovere di garantire l’utilizzo dei test rapidi che dovrebbero essere già in possesso degli istituti scolastici e metterli a disposizione.

Le Amministrazioni comunali hanno il dovere di agire per il bene comune tutelando diritti fondamentali come la salute e l’istruzione. Fare tracciamento con gli screening nelle scuole consente anche di capire se la diffusione dei contagi avviene realmente nelle scuole o se la diffusione è esterna. Rammentiamo che nei dati riportati dall’ASP ci sono contagi fatti rientrare in ambito scolastico a fronte di un singolo tampone effettuato, che quindi fanno emergere come il caso singolo sia stato fatto rientrare nell’ambito scolastico o perché il soggetto interessato si trovasse in età scolare o perché lavorasse in ambito scolastico. Appare chiaro quindi che è importante lavorare anche sul tracciamento dei contatti stretti.

Il nostro è un appello quindi al buon senso, a mettere in campo le energie migliori senza privilegiare basse logiche di consenso e propaganda e ad abbassare i toni senza esasperare posizioni complesse, per non ridurre la tutela di diritti fondamentali ad una mera disputa tra chi è a favore delle aperture delle scuole e chi è contrario. Perché occorre ricordare che tante bambine e bambini e ragazze e ragazzi, stanno pagando un prezzo davvero alto in questa pandemia e le ripercussioni di questo prezzo purtroppo saranno a lungo termine se tutti non faremo la nostra parte con senso costruttivo di responsabilità.

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