Uno stipendio dei sei arretrati è stato saldato e insieme ai bonifici è arrivata anche la promessa di erogare un’altra mensilità nel giro di pochi giorni. La vertenza che da mesi coinvolge Fondazione Betania non può dirsi ancora conclusa, ma la luce in fondo al tunnel stavolta sembra essere spuntata davvero. Sì, perché se è vero che le pendenze che hanno fatto riattivare lo stato di agitazione non si sono ancora azzerate è vero anche l’intenzione della fondazione è quella di legare il superamento di una crisi che ruota tutt’attorno a un buco milionario all’affidamento della gestione di un ramo aziendale alla Giomi, ovvero a una società per azioni costituita nel 1949 con lo scopo di creare nell’Italia meridionale del secondo dopoguerra strutture ospedaliere all’avanguardia nel settore ortopedico. Da allora ne è passata di acqua sotto i ponti e oggi. Il piano di rilancio è ovviamente ancora tutto da approfondire, ma quella anticipata dall’incontro informale che lunedì si è registrato tra l’arcivescovo, monsignor Vincenzo Bertolone, e i segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil è una partita che ieri è iniziata ufficialmente e che si sta giocando a carte scoperte nel segno della solidità. A confermarlo anche il fatto che la richiesta sindacale di una riunione formale ha trovato un accoglimento tempestivo e sarà pure per questo che l’avvio delle trattative è avvenuto in un clima costruttivo. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro