Annullate le misure cautelari a carico di Antonella Stasi, la 55enne ex presidente facente funzioni della Regione, e degli altri cinque indagati coinvolti nell'inchiesta "Erebo Lacinio" della Dda di Catanzaro. Si tratta dell'operazione scattata lo scorso 2 marzo che ha fatto luce su una presunta associazione a delinquere che, attraverso la società "Le verdi praterie" di Isola Capo Rizzuto (Crotone), avrebbe percepito indebitamente fondi pubblici per 14 milioni di euro, e su un ipotizzato traffico di rifiuti legato alla produzione di energia da biogas. Così ha deciso il Tribunale della libertà che ha revocato il divieto di dimora e l'interdizione dall'esercizio dell'attività professionale disposti dal gip distrettuale, Pietro Carè, nei confronti di Stasi (la quale aveva già ottenuto in sede di interrogatorio di garanzia la possibilità di accedere alla sua abitazione), della rappresentante legale dell'azienda Anna Crugliano (47 anni) e dei due amministrativi Francesco Carvelli (57) e Salvatore Succurro (42). Inoltre, i giudici del Riesame di Catanzaro hanno annullato l'obbligo di firma al quale erano sottoposti Antonio Muto (58) e Raffaele Rizzo (50). Il collegio difensivo che assiste gli accusati è formato dagli avvocati Francesco Verri, Francesco Laratta e Vincenzo Ioppoli.
Indebita percezione di fondi pubblici, annullate le misure cautelari ad Antonella Stasi
Analoga decisione per gli altri cinque indagati coinvolti
Caricamento commenti
Commenta la notizia