La possibile “delocalizzazione” del Museo Archeologico con il trasferimento di una parte dei reperti non esposti non è un fatto riconducibile esclusivamente alle vicende accadute nelle ultime 48 ore. Da anni, infatti, esistono progetti finalizzati allo spostamento dei tesori del passato, ritrovati ma mai valorizzati, che puntualmente finiscono nel… cassetto, proprio come i reperti. I funzionari del Mibac, da quanto emerso, alcuni anni addietro, avrebbero effettuato i sopralluoghi ed approvato il progetto per la realizzazione di una sorta di sede staccata del Museo Archeologico Statale nei locali situati al pian terreno di Palazzo Santa Chiara. In quella sede, i “cocci” avrebbero potuto occupare un’ala della struttura che ospita il Sistema Bibliotecario Vibonese. Il progetto, per complessivi 300mila euro, avrebbe anche ottenuto il parere favorevole e sarebbe stato approvato e finanziato nell’ambito di quello per la realizzazione del Polo Museale Hipponion-Valentia, tramite i finanziamento europei Por-Fesr 2013/2017. Addirittura, il Comune avrebbe persino realizzato i lavori che avrebbero consentito di adibire quei locali a sale museali dove sarebbero finiti i reperti del periodo romano. Ebbene, di tutto ciò non si è fatto nulla e quei locali vengono utilizzati per tutt’altre attività, più o meno significative. Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Catanzaro